128 thousand Italians migrated in 2018

Italiani all'estero: Dal 2006 al 2019 la mobilità italiana è aumentata del +70,2% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’AIRE a quasi 5,3 milioni.

Italiani all'estero: dal 2006 al 2019 la mobilità italiana è aumentata del +70,2% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’AIRE Source: Pixabay

SBS Italian asked journalist Pietro Del Soldà ( "Tutta la città ne parla", Rai Radio3) to read and comment the latest data on Italian migration.


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 è il titolo dell’edizione 2019 del Rapporto sugli italiani all’estero della Fondazione Migrantes che ogni anno fotografa la comunità degli italiani che vive fuori dai confini nazionali.

Lo scorso anno 128 mila persone si sono trasferite all'estero: nel 2018  ha lasciato il paese l’equivalente della popolazione di una città come Sassari.

Secondo i dati dell’anagrafe estera (dati A.I.R.E. del 1/1/2019), la popolazione degli italiani residenti all’estero conta quasi 5,3 milioni di persone, un numero corrispondente all’8,8% sul totale della popolazione.

Dal 2006 al 2019 la mobilità italiana è aumentata del 70,2% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’AIRE a quasi 5,3 milioni.
Questo dissanguamento progressivo del paese dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico
Non si tratta solo dei "cervelli in fuga", il rapporto evidenzia infatti come il 20,2% di chi è stato registrato all’Anagrafe estera nel corso del 2018 è sotto i 18 anni.

Come si legge nella premessa del Rapporto, “L’approfondimento di questa edizione è dedicato alla percezione delle comunità italiane nel mondo: Quando brutti, sporchi e cattivi erano gli italiani: dai pregiudizi all’amore per il made in Italy”.

L'emigrazione degli ultimi anni è senz'altro un fenomeno in continua evoluzione, difficile da analizzare nel suo insieme.

Partendo dallo spunto del Rapporto Migrantes, SBS Italian ha invitato Pietro Del Soldà, autore e conduttore di Tutta la città ne parla- un programma di approfondimento di Rai Radio3 che spesso racconta le storie e i temi dell'emigrazione italiana- a riflettere sui temi della nuova migrazione, sul suo racconto e sulla percezione del fenomeno in Italia.

“Si usa questa espressione un po’ infelice, cervelli in fuga […] se ne parla molto ma forse non si analizza abbastanza il fenomeno nelle sue cause”, ha notato il giornalista, “Secondo un, dall’inizio del secolo a oggi l’Italia ha perso 2 milioni e mezzo di giovani sotto i 34 anni. Una percentuale che si avvicina quasi alla metà per quella fascia d’età”.

“Questo dissanguamento progressivo del paese dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico, è molto più importante per il futuro dei flussi migratori che vengono da fuori che in realtà serviranno anche per compensare il vuoto di questi ragazzi che se ne vanno”.
Lo svuotamento del sud racconta una crisi profonda del paese, che non viene adeguatamente trattata, ci vorrebbe una politica industriale e occupazionale che sembra uno dei grandi rimossi della nostra classe dirigente
Secondo Del Soldà, i giovani che decidono di lasciare l’Italia, “Non si trovano all’estero solo per una questione di stipendi, ma per il rapporto diverso tra lavoratore e datore di lavoro […] la parola che vien fuori più spesso durante le interviste con gli italiani che si trovano all’estero è dignità”.

“Lo svuotamento del sud racconta una crisi profonda del paese, che non viene adeguatamente trattata, ci vorrebbe una politica industriale e occupazionale che sembra uno dei grandi rimossi della nostra classe dirigente” prosegue Del Soldà.

Delfina Licata, la curatrice del Rapporto Migrantes 2019, ha dichiarato che "se c’è una parola che possa descrivere il fenomeno attuale è proprio complessità”.

Come ricorda anche Del Soldà, “Non demonizziamo soltanto il fenomeno della partenza, il fatto che un giovane vada in un altro paese a vivere non è solo una brutta cosa, è anche una bellissima cosa” e continua “Fatta salva la complessità, la parola fuga per molti può ancora valere, soprattutto per chi abita al sud”.

“La sfida vera non è non far partire i ragazzi […] L’importante è che il vuoto lasciato da quei ragazzi possa essere colmato da altri ragazzi, di altri paesi. Usciamo dall’inganno sovranista, se chiudiamo le nostre frontiere e rimaniamo tutti dentro a coltivare il nostro orticello ci condanniamo al più tragico dei fallimenti”.

Ascolta l'intervista a Pietro Del Soldà: 
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Non solo 'cervelli in fuga': 128 mila italiani emigrati nel 2018

SBS Italian

27/11/201913:54


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