Salamelecco: come il mondo arabo ha influenzato la lingua e la cultura italiane

La lingua italiana è stata diffusa in tutto il mondo attraverso l'arte, la cultura e il cibo, ma non esisterebbe, almeno come la conosciamo oggi, se non fosse per l'influenza della cultura araba.

Red domes of San Giovanni degli Eremiti

San Giovanni degli Eremiti (St. John of the Hermits) in Palermo, Sicily Italy. The Church origins from the 6th century Source: Moment RF

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L'anno scorso il rappresentante italiano a Eurovision e fresco vincitore del Festival di Sanremo è stato il cantautore Alessandro Mahmoud, nato a Milano da padre egiziano.

Ma non è l'unico esempio di un arabo-italiano di seconda generazione che raggiunge la gloria tradizionale. Il calciatore italiano più pagato al mondo è Stephan El Shaarawy, che guadagna circa 25 milioni di dollari all'anno nel suo nuovo club, lo Shanghai Shenhua. Anche suo padre è egiziano.

L'influenza delle persone a della cultura araba in Italia risale a più di mille anni fa, contribuendo a modellare la società, la cultura e la lingua italiane moderne.
Italian singer Mahmood celebrates on stage after winning the 69th Sanremo Italian Song Festival at the Ariston theatre in Sanremo, Italy, 09 February 2019. The festival runs from 05 to 09 February.  EPA/ETTORE FERRARI
Italian singer Mahmood celebrates on stage after winning the 69th Sanremo Italian Song Festival at the Ariston theatre in Sanremo, Italy, 09 February 2019. Source: ANSA
"La letteratura italiana nasce col Dolce Stilnovo che, notoriamente, deriva il suo stile dalla poesia araba", spiega Lucia Sorbera, che dirige il Dipartimento di studi arabi all'Università di Sydney.

"Il connubio tra arte e scienza che è stato alla base del rinascimento italiano affonda le sue radici nella storia della cultura araba," continua Lucia Sorbera, citando il termine arabo (علم الجبر) 'algebra', usato sia in italiano che in inglese. 

Parole parole

Molte parole comunemente usate in italiano derivano direttamente dall'arabo, come per esempio 'magazzino', dall'arabo makhāzin (مخزن) e 'tazza' da tāsa (طاسة).

Altri esempi includono termini più arcaici e utilizzati prevalentemente nel sud Italia come 'meschino', che deriva dal termine miskīn (مسكين).

Un altro termine usato in italiano, e simile anche alla versione inglese, è 'banca' che deriva da Al Bank (البنك).

E laddove l'Italia è rinomata per l'arte e la scienza, è anche amata per il suo cibo; e molti degli ingredienti italiani più tipici hanno nomi arabi.

'Melanzana' viene dal'arabo bazenjan (باذنجان), 'carciofo' era in origine hursÍu¯f (خرشوف ) e persino 'riso' (rice), la base della cucina settentrionale italiana, arriva dall'arabo roz (الأرز).

Allo stesso modo, alcune espressioni italiane, pur non essendo traduzioni dirette di una parola araba, derivano dal contatto con la cultura e la lingua arabe.

Per esempio, fare un 'salamelecco' significa essere estremamente, quasi eccessivamente cortesi e cerimoniosi. Si tratta di un adattamento dell'espressione di saluto As-Salaam-Alaikum (السلام عليكم), e l'accezione che l'espressione italiana ha acquisito sarebbe una conseguenza dell'incontro tra cultura italiana e araba attorno all'anno mille, quando le maniere dei rappresentanti del mondo arabo potevano apparire eccessivamente ossequiose per gli standard dell'Italia medievale.
Cathedral of Palermo
Front of cathedral in Palermo, Italy (Sicily). Source: iStockphoto

Una ricca storia

Ma com'è riuscito il mondo arabo ad essere così influente in Italia? La risposta è che l'Italia, di quel mondo, era parte integrante.

La storia della lingua e della cultura arabe in Sicilia e nell'Italia meridionale iniziò con il primo insediamento musulmano in Sicilia e con il dominio arabo su tutta l'isola che iniziò nel 902, con l'Emirato di Sicilia, e che durò fino al 1061.

Alcuni avamposti arabi furono stabiliti anche nell'Italia continentale, in particolare sul "tallone dello stivale", in Puglia, con le moderne città di Taranto, Bari e Brindisi che, ad un certo punto, si dichiararono emirati indipendenti dalla Sicilia.

Tuttavia, le successive sconfitte dei sovrani arabi, le persecuzioni contro le popolazioni islamiche, le deportazioni e le conversione di massa al cristianesimo hanno posto fine alla presenza musulmana in Italia intorno all'anno 1300. Fu proprio in quel momento storico che iniziò a svilupparsi poesia italiana, così fortemente influenzata - come detto - dall'arabo.
Cefalea Diana
Interior shot of the castle in Cefala Diana, 13th century, Sicily, Italy Source: WikiCommons

La voce di chi emigra

Ma quella non fu la fine dell'influenza araba in Italia.

"Se molto si sa del glorioso passato della Sicilia tra il nono e il dodicesimo secolo, ben poco si sa del mondo di artisti e intellettuali arabi che, a partire dagli anni '70 e spesso in coincidenza con le crisi politiche regionali, fecero dell'Italia la loro terra d'elezione, portando voci diverse nella cultura italiana", afferma Lucia Sorbera.

Un personaggio culturale di spicco in Italia, secondo Sorbera, era Wael Zwaiter, un poeta politico palestinese la cui storia conosciamo grazie alla biografia scritta dalla sua compagna, la pittrice australiana Janet Venn-Brwan.

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Published 12 September 2019 1:56pm
Updated 17 September 2019 3:11pm
By Davide Schiappapietra


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