Oltre 500 professionisti legati al sistema sanitario e provenienti da tutto il Paese si sono riuniti a Sydney per due giorni.
La conferenza è stata organizzata dalla FECCA, la Federation of Ethnic Communities’ Councils of Australia e ha aperto un dialogo sulla diversità sociale, linguistica e culturale che contraddistingue l'Australia.
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"Si parte dall'assunto che la persona inserita nel sistema sanitario sia bianca, di classe media, alfabetizzata, nata in Australia e di lingua inglese" commenta il Dott. Chris Lemoh, ai microfoni di SBS Italian.
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Secondo Carlo Carli, direttore della FECCA, la pandemia ha reso ancora più chiaro come la salute non sia uguale per tutti.
"Non ha un percorso casuale, ma è influenzata dal reddito e i migranti sono spesso in situazioni economiche meno vantaggiose", spiega.
E continua: "le malattie dipendono spesso dal codice postale, cioè c'è una grossa differenza tra zone ricche e zone povere".
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La mancanza di comunicazione rende ancor più difficile il percorso ospedaliero e questo, per ovvi motivi, può accadere in modo ancor più importante per chi non conosce bene l'inglese o proviene da una cultura che interpreta la malattia in modo differente.
Parlare la propria lingua può aiutare la guarigione, come spiega Emiliano Zucchi, CEO di Language Loop, un'organizzazione che offre servizi di interpretariato e traduzione nel Victoria.
