Australia, in arrivo la sugar tax?

Eating research

Secondo le statistiche, gli australiani consumano in media mezzo chilo di zucchero a settimana Credit: PA/Alamy

L’obesità provoca la morte di un australiano su 10 e costa all'erario 12 miliardi all’anno. Il governo corre ai ripari e studia l'introduzione di una tassa sulle bevande ricche di zucchero.


Uno studio del Grattan institute ha evidenziato che uno dei motivi principali per cui gli australiani hanno tassi elevati di obesità e di diabete tipo 2 è che consumano troppi zuccheri, circa mezzo chilo a settimana.

Secondo le statistiche, poi, l'obesità provoca la morte di un australiano su 10, oltre a costare all'erario 12 miliardi di dollari all’anno.

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Corned Beef/Pisupo
Pisupo. Source: Getty / Getty Images
Pertanto, il governo federale sta prendendo (nuovamente) in considerazione l'ipotesi di introdurre una tassa sulle bevande zuccherate.

Il Grattan suggerisce un'imposta a scaglioni, in base alla quale le bevande più zuccherate verrebbero tassate 60 centesimi al litro, mentre quelle a basso contenuto di zucchero sarebbero esentate. Alle aziende verrebbe concesso un preavviso di un anno per poter cambiare le ricette e i dosaggi.
Per disincentivare al consumo di prodotti nocivi, di solito i governi usano il bastone, ma in questo caso credo serva la carota
Massimiliano Tani, professore di finanza
Un provvedimento analogo porterebbe circa 500 milioni di dollari all'anno nelle casse federali, e contribuirebbe parallelamente a diffondere nella società australiana una maggiore consapevolezza sul tema delle cause e dei rischi dell'obesità.

Di fronte a questa ipotesi, il professore di Finanza dell'UNSW Massimiliano Tani è possibilista, ma non particolarmente ottimista. "Questo è un problema che riguarda sia gli individui che la società. Alla base ci sono grandi profitti: come abbiamo visto nel caso delle droghe, il metodo del bastone non sempre funziona e per disincentivare il consumo di zuccheri potrebbe servire... la carota".
Bottle of Penfolds wine
Credit: TREASURY WINE ESTATES
Con il professor Max Tani abbiamo parlato anche delle prospettive del vino australiano, le cui esportazioni verso la Cina sono cresciute meno del previsto, nonostante l'abolizione dei dazi imposti da Pechino sui prodotti australiani.

"Le ragioni sono molteplici: intanto l'economia cinese non cresce più del 10% all'anno come prima. Poi, dopo anni di tariffe alte, i consumatori cinesi hanno fatto altre scelte ed è difficile per i produttori australiani riconquistare fette di mercato", conclude il professor Tani.

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