In Australia in fuga dai “padri padroni delle aziende italiane”

Michela Semeraro insieme al marito ALex

Michela Semeraro insieme al marito Alex.

Michela Semeraro è un’ingegnera meccanica arrivata a Melbourne poco prima della pandemia per lavorare al sincrotrone di Clayton.


Michela lavora nel campo della ricerca e viene da una esperienza al CERN, dove lavorava nella sezione dei magneti dell’accelleratore di particelle.

“Un lavoro sia di fronte al computer ma anche parecchio sul campo, a coordinare lavori e tecnici”, racconta a SBS Italian.

Dal CERN due anni fa è ritornata in Italia, per poi venire convinta dal fratello che vive in Nuova Zelanda a provare l’avventura australiana.

La posizione aperta al sincrotrone di Melbourne come ingegnere di linea è stata l’opportunità che ha stuzzicato la sua voglia di avventura, unita alle recenti delusioni del suo rientro in Italia.
Per approfondire
MICHELA SEMERARO PODCAST image

Il sincrotrone di Clayton apre le porte al grande pubblico

SBS Italian

05/10/202209:39
“Venendo dalla Svizzera, con una qualità di vita simile all’Australia, ritornare a Roma è stato difficile del punto di vista lavorativo”.

“Ho avuto offerte di lavoro a stipendi molto bassi, unite a contratti corti, e mi sono demoralizzata”, racconta Michela a SBS Italian, spiegando le ragioni del suo trasferimento Down Under.
In Italia ti danno l’impressione di starti facendo un favore a farti lavorare
Michela Semeraro
L’arrivo Down Under con uno skilled visa è stato segnato dal COVID-19. Michela e la sua famiglia sono arrivati a dicembre 2019, lei ha cominciato a lavorare all’ANSTO a gennaio e dopo poche settimane si è trovata in lockdown.

“All’inizio mio marito Alex non voleva venire, era totalmente contrario. Tempo due settimane si è innamorato dell’Australia”.

L'incontro con il mondo dell’immigrazione, sebbene partendo da una posizione privilegiata rispetto a tanti altri emigranti, è stato negativo.

“Venendo dall’Europa, non ero abituata ad avere a che fare con i visti, e allo scoppio della pandemia mi sono trovata senza i diritti delle persone residenti”, spiega Michela.

“Il fatto di non poter lasciare l’Australia nel periodo di COVID mi ha logorato. In più il mio visto Skilled era legato al datore di lavoro, non lasciandomi la possibilità di cambiare lavoro o negoziarlo”. 
Se avessi perso il lavoro avrei dovuto lasciare l’Australia
Michela Semeraro
Una volta capite le limitazioni dello Skilled Visa, Michela ha deciso di intraprendere un altro percorso, quello del Global Talent Visa.

Un visto molto difficile da ottenere, per il quale bisogna mostrare di stare fornendo un impatto decisivo per l’Australia, unito ad un curriculum di prim’ordine corredato dalla presentazione delle pubblicazioni scientifiche.

Il percorso è stato lungo, faticoso e costoso, ma con il lieto fine.

“Ci vediamo qui per un po’ di tempo. Io voglio finire il mio progetto al sincrotrone nel 2024 e poi vedremo”, conclude Michela.

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