Si avvicina la fine dell'anno, ma per Giorgia Meloni non c'è tempo per pensare ai regali di Natale. La Premier è di rientro da Bruxelles, dove a margine ha incontrato più o meno formalmente i principali leader europei.
Dalla conversazione in albergo con Scholz e Macron all'incontro con il leader ungherese Orban, la Premier italiana esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldavia, Georgia e Bosnia-Erzegovina.
A Roma, però, Meloni troverà delle grane da risolvere, prima fra tutte l'approvazione di legge di bilancio e patto di stabilità, lo strumento con il quale Bruxelles vuole garantire la stabilità economica dei Paesi membri e che si basa su due parametri fondamentali: il deficit dei singoli Stati contraenti e il rapporto tra debito pubblico e Pil.
A questi si aggiunge la ratifica - per ora ancora non effettutata- della revisione del Mes, il trattato internazionale che disciplina come si attiva il cosiddetto meccanismo “salva Stati”.
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SBS Italian
13/11/202309:49
Il governo ha deciso di rimandare ogni discussione a gennaio e Meloni sembrerebbe ancora convinta di poter utilizzare il via libera al Mes per negoziare più flessibilità nel patto di Stabilità.
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Ma non finisce qui. Subisce una battuta d'arresto l'accordo di Roma con Tirana sui migranti, il cui raggiungimento era stato motivo di vanto da parte di Palazzo Chigi.
Assieme al giornalista Carlo Fusi abbiamo anche analizzato un recente fatto di cronaca, che ha fatto molto discutere in Italia, rinfocolando il dibattito etico ma anche politico sul tema dell'eutanasia e della morte assistita.
Si è spenta lo scorso 28 novembre tra le mura domestiche, a Trieste, una donna di 55 anni - con il nome di fantasia "Anna"- affetta da sclerosi multipla secondariamente progressiva. Secondo l'associazione Luca Coscioni, la donna è "la prima italiana ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza Cappato, con l'assistenza diretta del Servizio Sanitario Nazionale".
Per Fusi, si riapre la ferita su una legislazione non ancora chiara e definita, percorso che il giornalista vede "ancora lunco e tempestoso".