L'Australia l'aveva conosciuta da giovane, quando la federazione italiana di baseball le aveva affidato le cure di una squadra australiana in trasferta a Roma per un torneo.
Ad Emanuela Canini, che aveva praticato il softball a buoni livelli, quell'esperienza aveva aperto un mondo lontano, al quale non aveva mai pensato.
"Un mondo affascinante, che mi ha incuriosito. I componenti della squadra australiana erano tutti estremamente gentili e mi hanno invitata down under. Dopo qualche mese, sono effettivamente partita e sono venuta in Australia".
La prima vacanza della sua vita, a 23 anni, senza genitori.
Clicca il tasto 'play' in alto per ascoltare la prima parte della storia della vita di Emanuela Canini
Al softball, in realtà, Emanuela era arrivata quasi per caso. "La mia passione era il tennis, ma all'epoca era uno sport per ricconi. Per questo ho giocato tanti anni a softball, arrivando persino a vestire la maglia della Lazio in Serie A", racconta.
Trasferirmi in Australia è stata la decisione più azzeccata della mia vitaEmanuela Canini
Dopo gli studi come tecnico di laboratorio e 5 anni di attività come fisioterapista, Emanuela ha vissuto parecchie vicissitudini lavorative in Italia, che l'hanno spinta prima a cimentarsi con i lavori più disparati ("Un'estate ho anche consegnato la posta", racconta), finché non ha detto basta, e ha tentato il salto agli antipodi.
Nella sua famiglia c'è una storia di immigrazione: negli anni 50, 60 e 70 molti dei suoi parenti sono emigrati all'estero, dalla Germania agli Stati Uniti, dal Brasile all'Ecuador.
Emanuela Canini nel deserto australiano
Una volta in Australia, Emanuela Canini ha iniziato a studiare per potersi iscrivere all'albo dei fisioterapisti australiani. "Questa procedura è stata il mio incubo per due anni - spiega Emanuela - perché il test era fatto appositamente per bocciarti".
Anche in Australia ho vissuto due anni di umiliazioni per l'impossibilità di lavorare nel mio settore e di avere un vistoEmanuela Canini
Emanuela, che all'epoca viveva a Perth, però non si è scoraggiata e ha smosso mari e monti, arrivando a far interessare alla vicenda alcuni organi di stampa, che hanno sollevato il caso fino a portarla a c.
E alla fine, come si suol dire, vincit qui patitur, "chi la dura, la vince".