Per andare su Marte ci sono cinque grossi ostacoli, e uno di essi è l'enorme presenza di radiazioni che rendono assai complicato raggiungere il pianeta rosso senza effetti nocivi sulla salute.
Non basta infatti avere la tecnologia per arrivare su Marte, è necessario sviluppare anche delle contromisure a questo problema per farlo in sicurezza.
La dottoressa Stefania Peracchi dell' ha recentemente vinto il premio per la cooperazione scientifica bilaterale tra Italia e Australia, consegnatole alla Conferenza degli attaché scientifici 2024 a Torino.
La dottoressa Stefania Peracchi. Credit: Stefania Peracchi
"Il viaggio è troppo lungo", spiega la dottoressa Peracchi ai microfoni di SBS Italian, "esporsi magari tre anni a radiazioni troppo intense e non essere protetti adeguatamente porterebbe a rischi per la salute estremamente elevati, quale l'incremento della possibilità di sviluppare cancro".
Io vedo lo spazio come un altro laboratorio per studiare la TerraStefania Peracchi
Il gruppo di ricerca con cui lavora Peracchi sta lavorando a diverse soluzioni, tra cui l'individuazione di materiali protettivi adeguati ma anche leggeri e non troppo costosi, utilizzabili sia per le tute degli astronauti sia per le navicelle.
Pur lavorando direttamente al potenziale viaggio verso Marte, la ricercatrice ha un punto di vista preciso su questa missione.
"Mi piacerebbe che gli scienziati la vedessero come un'opportunità per migliorare la vita che abbiamo sul nostro pianeta, invece di spostare l'attenzione sulla ricolonizzazione altrove", dichiara la dottoressa.
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Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri Antonio Tajani consegna la medaglia alla dottoressa Stefania Peracchi. Credit: courtesy of Marco Lazzarino, Scientific Attaché, Embassy of Italy in Australia