“L’idea di separarci è devastante”: la corsa contro il tempo di una famiglia italiana a Sydney

La famiglia Donagemma al completo.

La famiglia Donagemma al completo. Credit: Elisa Foscili

Il prossimo 15 marzo una famiglia italiana rischia di vedersi separata dopo 17 annni in Australia. Tra i figli c'è anche Benedetta, una ragazza nata con una malformazione genetica.


Benedetta Donagemma è una ragazza di 18 anni nata con una malformazione genetica che l'ha resa non verbale.

Dall'età di un anno vive con la sua famiglia in Australia, ma a causa della sua condizione non è riuscita a prendere la residenza e tra pochi giorni il loro ultimo visto a disposizione scadrà.

Dal 15 marzo quindi la famiglia Donagemma rischia di vedersi separata, con Benedetta ed i suoi genitori costretti a tornare in Italia, lasciando in Australia gli altri figli.
La legge non prevede che i bambini con disabilità possano diventare australiani
Vanni Donagemma
Benedetta oggi vive a Sydney con la sua famiglia, composta dal fratello gemello Matteo, Andrea, Chiara e Francesco, nonché dai genitori Elisa e Vanni.

Il padre Vanni è un geologo arrivato in Australia con un contratto di lavoro con l’ENI nel 2007, e da allora ha continuato a lavorare con contratti temporanei, visto che la condizione medica di Benedetta impediva alla famiglia di poter ottenere un visto da residenti.

Clicca sul tasto 'play' in alto per ascoltare la storia di Benedetta e della famiglia Donagemma 

“Non abbiamo mai pensato di ritornare in Italia, nonostante questa spada di Damocle”, racconta a SBS Italian Elisa Foscili, la mamma di Elisabetta.

“I ragazzi erano così inseriti nella società australiana che volevamo finissero almeno le scuole superiori”.

Vista l’impossibilità di ottenere il visto permanente, alla famiglia Donagemma era stata prospettata la soluzione di presentare domanda, vedersela rifiutare dal ministero dell’immigrazione e dal tribunale d’appello per poi presentare il caso al ministro dell’immigrazione, con la speranza di un suo intervento risolutivo. 

Questo percorso è stato però bruscamente interrotto dal COVID-19: durante la pandemia il progetto a cui Vanni lavorava è stato cancellato e il geologo licenziato. 
La famiglia Donagemma a Sydney.
La famiglia Donagemma a Sydney. Credit: Elisa Foscili
“Il nostro piano si basava sulla presenza del mio lavoro, e da quando l’ho perso insieme al visto non c’è stato tempo per trovarne un altro”, racconta Vanni. 

Da qual momento in poi la vita della famiglia è entrata in un turbinio di richieste di visti, mentre continuava invano la ricerca di un lavoro permanente per Vanni. 

Per permettere ai ragazzi di terminare la scuola superiore, Elisa si è iscritta ad un corso di servizi comunitari come studente internazionale, permettendo ai figli di rimanere in Australia come famigliari a carico, mentre Vanni era obbligato a passare ad un visto turistico, rinnovabile solo con l’uscita dal Paese.

E ora a metà marzo il visto da studente internazionale di Elisa termina insieme al suo corso, e quello che dovrebbe essere un momento per festeggiare la fine degli studi è diventato fonte di angoscia. 
Separarci sarebbe molto difficile, non riesco neanche ad immaginarmi la situazione
Elisa Foscili
La famiglia Donagemma ha infatti esaurito ogni tipo di soluzione alternativa, e senza un intervento dal ministro dell’immigrazione sarà costretta a separarsi. 

Nel frattempo da diversi giorni circola online una petizione che ha oltrepassato le 25mila firme per aiutare Benedetta e la sua famiglia a rimanere Down Under. 

“Noi siamo sempre stati quì in modo legale”, afferma Elisa, “quindi ripetteremo la legge e nel caso usciremo dal Paese. Troveremo poi un modo per vederci con i ragazzi, perché i quattro più grandi rimangono qui, dove c’è la loro vita”. 

Benedetta sarebbe dunque costretta da andarsene in Italia con i genitori, e Vanni probabilmente a trovare lavoro all’estero, dove le condizioni di impiego sono migliori. 
“Quello di cui abbiamo bisogno è un’estensione. Il mercato si sta muovendo, ma ho bisogno di tempo per finalizzare offerte di lavoro che ho ricevuto e che non riesco a completare entro il 15 di marzo”. 

“Se il ministro ci concedesse un bridging visa con diritti di lavoro riuscirei a sistemare la nostra vicenda”, conclude Vanni. 

Venuto a conoscenza del loro caso, il deputato locale del comune di Sydney dove vivono ha promesso di portare in Parlamento il tema dei diritti dei disabili.

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