For a Better Life, The Story of Italian Migration to the Myrtleford District è il titolo di un libro pubblicato l'anno scorso e premiato con uno dei 2020 Victoria Multicultural Awards, una raccolta di storie che ci porta a circa tre ore e mezza d'auto a nord-est di Melbourne, nel distretto di Myrtleford, teatro di immigrazione cinese e italiana già nell'Ottocento.
Jan Mock è una delle persone che hanno collaborato alla stesura di For a Better Life, nato da un'iniziativa della U3A, l'università per la terza età locale. L'idea era quella di raccogliere le storie delle famiglie italiane che vivono nella zona, un'area agricola che per molti decenni è stata soprattutto importante per la coltivazione di tabacco, poi soppiantata da quella del luppolo.Il progetto di storia orale ha ricevuto un generoso grant di 10mila dollari, ed è grazie a quello che è diventato molto più ambizioso di quello originario, come ci ha raccontato la stessa Jan.
Italian traditions were kept up and nurtured Source: courtesy of Joe Bianco
"Ho fatto domanda e siamo stati fortunati nel vincere 10mila dollari per la realizzazione del progetto. Quel che sembrava una buona idea all'epoca improvvisamente era diventata qualcosa di molto più grande".
Dopo aver ricevuto il grant il gruppo ha iniziato a intervistare gli immigrati italiani della zona e i loro discendenti, anche grazie ai contatti di Nino Mautone, un italiano che vive a Myrtleford da oltre 50 anni.
"Abbiamo tenuto un paio di incontri a Myrtleford per chiedere alla gente di raccontare le loro storie familiari", spiega Jan Mock.
Il libro copre cento anni di storia attraverso le famiglie intervistate, dagli anni '60 dell'Ottocento agli anni '60 del Novecento.
Gli elementi dell'esperienza migratoria però rimangono simili in tutte le storie raccolte, anche se vissute a distanza di decenni le une dalle altre: lavoro duro e sacrifici caratterizzano le esperienze condivise nel libro.
È incredibile quanto lavoravano duramente (...) ma persistevano
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Jan Mock sottolinea come il libro si concentri anche sulle storie delle donne, nonostante spesso fossero gli uomini ad immigrare inizialmente da soli.
"Gli uomini spesso arrivavano per primi", spiega Jen Mock, "le donne e i bambini venivano lasciati in Italia, e in genere arrivavano dopo; a volte entro dodici mesi, ma in un caso una famiglia non si riunì che dopo undici anni [per via della guerra]".
"Le donne spesso passavano periodi duri, non parlavano inglese per niente, vivevano in molti casi in fattorie isolate".
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Tra le persone coinvolte e intervistate c'è anche Antonio Mautone, detto Nino, giunto negli anni '60 a Myrtleford dalla Campania.
"Sbarcai a Melbourne il 23 luglio del 1966, e arrivammo a Myrtleford alle undici di sera di quel giorno", ricorda Mautone, "avevo un cugino che lavorava sul tabacco (sic) e mi spiegò che qui potevo trovare lavoro subito".
L'esperienza di Nino Mautone non era inconsueta: la coltivazione del tabacco diede lavoro a tantissimi immigrati italiani a Myrtleford. Nino quando arrivò nella zona se ne innamorò subito."Myrtleford è un paese meraviglioso e lo era anche allora. È stato uno dei paesi penso più tolleranti con l'immigrazione. Gli australiani cercavano di aiutarti, e non di denigrarti come succedeva in altre parti dell'Australia", dichiara Mautone ai microfoni di SBS Italian.
Young kids milking cows in Myrtleford Source: courtesy of Joe Bianco
A testimonianza del fatto che la comunità italiana è fortemente integrata, Nino Mautone è stato anche sindaco della zona per quattro anni, a partire dal 2007.
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L'impatto dell'immigrazione italiana nella zona di Myrtleford è ancora evidente, e Jan, che è nata lì negli anni '60, ricorda bene come venne rivoluzionato ad esempio il modo di mangiare, con l'introduzione del vino, del caffè, ma anche della tradizione di coltivare frutta e ortaggi.
Proprio alla Fiera il libro For a Better Life, The Story of Italian Migration to the Myrtleford District sarà presentato ufficialmente sabato 15 maggio alle 10am, alla presenza del professor Joe Lo Bianco, linguista dell'Università di Melbourne che è nato in questa zona, e che ha firmato l'introduzione.Jan spera che il libro, oltre a registrare le storie delle famiglie italiane per la posterità, contribuisca al riconoscimento del contributo che gli italiani e le italiane di Myrtleford hanno dato alla zona.
Young kids playing cricket in Myrtleford Source: courtesy of Joe Bianco
Per chi fosse interessato a For a Better Life, Jan Mock è contattabile via email all'indirizzo [email protected], oppure telefonicamente: 0401 064 030.
Ascolta l'intervista a Jan Mock e Nino Mautone
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For a Better Life: storie di immigrazione della comunità italiana di Myrtleford
SBS Italian
13/05/202117:59
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