La chiusura dei confini, , ha funzionato bene per limitare la diffusione del virus - in oltre un anno in Australia ci sono stati meno di 1000 morti, quanti ne registrava l’Italia in meno di due giorni durante i periodi di picco della pandemia.
Allo stesso tempo ha però costretto numerosi cittadini e cittadine australiani a rimanere fuori dal Paese: al momento circa 9000 australiani sono per esempio in attesa di ritornare dall'India.
Interpellato sull'argomento, lunedì il primo ministro Scott Morrison ha tergiversato, e si è rifiutato di spiegare quale sarà il parametro che il governo seguirà per stabilire la riapertura dei confini internazionali, limitandosi a dire che le misure restrittive rimarranno in vigore fino a che non sarà sicuro sospenderle.
It's not one day the borders are open, one day the borders are closed. That's not how it works. There's a sliding sort of scale here. And we're working on the next steps. Now, it's not safe to take those next steps right now. It's not. But we'll keep working on what those next steps are.
Ad oltre un anno dalla diffusione del COVID-19 però, la chiusura dei confini per alcuni è diventata un peso insostenibile. Annalisa Amiradakis fa parte dei promotori di una petizione per convincere il governo a considerare i genitori che vivono all’estero come parte del nucleo famigliare stretto, concedendo loro il diritto ad entrare in Australia.
Quasi la metà dei cittadini australiani non possiede un passaporto e questo spiega perché la chiusura dei confini non venga generalmente vista come un problema serio. Il 25% però è nato all’estero, e andare nel proprio Paese d’origine per molti non è solo una vacanza. In qualche caso, come ci ha raccontato Annalisa Amiradakis, dietro al desiderio di far venire i propri parenti in Australia o partire si può nascondere una tragedia.
"Una madre che ha avuto una bambina ed è in ICU, o [una donna] il [cui] marito è morto e vorrebbe che i genitori venissero per aiutarla con i figli" sono alcuni dei casi in cui secondo Amiradakis sono state rifiutate le richieste di esenzione. "Certe storie sono molto tristi, non è solo la mancanza di mamma o papà", sottolinea.
Alcuni residenti permanenti e cittadini australiani stanno rivedendo i loro piani di lungo periodo proprio a causa della prolungata chiusura dei confini internazionali.
È il caso di Cristiana Gentile, pugliese di origine che vive all'estero dal 2007, che da nove anni risiede a Sydney. Giovedì Cristiana si imbarcherà su un aereo che la riporterà in Italia con un volo di sola andata.
Per ottenere l'esenzione che consente a chi è cittadino o residente permanente di partire Cristiana ha dovuto dichiarare che resterà all'estero per almeno un anno, dimostrando inoltre di aver lasciato sia la casa sia il lavoro a Sydney.
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"Confini ancora chiusi fino al 2022? Lascio l'Australia"
Intanto la finanziaria ha contribuito a rendere ‘mainstream’ il tema, che ora viene affrontato anche dai mezzi di comunicazione più diffusi. Da quando il governo Morrison ha annunciato la data di metà 2022 per la riapertura, le firme raccolte nella petizione di Annalisa Amiradakis hanno fatto un balzo avanti, le firme sono ora sono più di 60 mila.
Inoltre nel corso di una conferenza in Queensland tenuta lunedì, l'amministratrice delegata di Virgin Jayne Hrdlicka ha detto che nonostante i rischi rappresentati dal COVID, l'Australia non può tenere i confini chiusi a tempo indeterminato e deve rivedere la sua strategia.
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Il governo spera di riaprire i confini a metà 2022
Hdrickla, tra l'altro, è anche presidentessa di Tennis Australia - l'ente che organizza gli Australian Open - e proprio ieri la ABC ha pubblicato un articolo nel quale lascia intendere che non cambieranno le regole (e in particolare quelle relative alla quarantena obbligatoria per chi viene dall'estero), Melbourne rischia di perdere quest'anno l'organizzazione del Gran Premio di Formula 1 e soprattutto degli Australian Open il prossimo anno.
Un tema del quale abbiamo parlato con Vincenzo Santopadre, coach del numero 9 del mondo Matteo Berrettini, il quale ci ha spiegato che ai tennisti è stata prospettata questa ipotesi, ma ci ha fatto anche intendere che dietro a questa 'minaccia' possa nascondersi un gioco delle parti tra il governo - che porta avanti una propria strategia per contenere la pandemia - e un'azienda che cerca di far pressione sull'esecutivo, portando avanti le proprie istanze.
"Credo che per tutti quanti, giocatori e addetti ai lavori, gli Australian Open sono a Melbourne", ha dichiarato Santopadre, "spero vivamente che questa sia una di quelle notizie che non avranno seguito".
L'estensione della chiusura dei confini ha un effetto anche sui cittadini australiani residenti all'estero. Marisa Garreffa per esempio vive a Firenze da otto anni, ma è originaria di Perth, dove in genere va a fare visita ai genitori e ai parenti.
Marisa spiega che questa situazione ha cambiato radicalmente la sua percezione del cosa significhi avere la cittadinanza australiana.
"Di solito essere australiana è un passaporto per il mondo, una cosa che apre tante porte. Penso che è la prima volta che stiamo affrontando il fatto che essere australiana vuol dire che a volte il nostro Paese chiude le porte anche a noi".
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![Fortress Australia: reazioni alla chiusura dei confini australiani fino al 2022 image](https://images.sbs.com.au/dims4/default/7e99b54/2147483647/strip/true/crop/1800x1013+0+119/resize/1280x720!/quality/90/?url=http%3A%2F%2Fsbs-au-brightspot.s3.amazonaws.com%2Fdrupal%2Fyourlanguage%2Fpublic%2Fpodcast_images%2Fit_will_be_a_while_before_international_travel_resumes_for_australians_getty.jpg&imwidth=600)
Fortress Australia: reazioni alla chiusura dei confini australiani fino al 2022
SBS Italian
18/05/202112:27
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.