L'inizio del mese di aprile, in particolare nell'Est europeo, coincide con l'inizio della fine del lungo inverno, e di conseguenza la terza primavera di guerra tra Ucraina e Russia.
Il capo del Cremlino Vladimir Putin ha inaugurato la "tradizionale" campagna di reclutamento primaverile. Sono previste quasi 150mila nuove reclute che però, a detta di Mosca, non saranno inviate al fronte.
Questa iniziativa segue la dichiarazione al fulmicotone del patriarca ortodosso Kirill. Il religioso fa da contraltare a Papa Francesco, che nel suo discorso pasquale aveva invitato a cessare le ostilità.
Kirill ha parlato invece di "Guerra Santa contro un Occidente satanista", chiamando per la prima volta "guerra" quella che dal febbraio 2022 era nota come "Operazione Militare Speciale".
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Oltre a questa novità semantica, la motivazione religiosa dietro questo conflitto si va ad inserire in un contesto delicatissimo e in un periodo liturgico denso di significato come quello della Pasqua.
A questo si aggiunge anche il conflitto contro il fondamentalismo islamico, che ha rivendicato l'attentato al Crocus City Hall di Mosca di pochi giorni fa e per il quale sono state arrestate diverse persone, tutte provenienti dal Caucaso settentrionale.
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Secondo il giornalista Giuseppe D'Amato, le indagini sulla strage che è costata la vita a 144 persone potrebbero addirittura scatenare rigurgiti anti-migranti, dato che i quattro incriminati di essere gli esecutori del massacro provengono dal Tajikistan.
D'Amato ritiene che i tajiki siano "la forza lavoro fondamentale per la Russia", e che una caccia alle streghe avrebbe "conseguenze disastrose per l'economia russa".
Senza i lavoratori tajiki Mosca si fermerebbeGiuseppe D'Amato