Laureata in ingegneria civile, da Rimini a Sydney: "Ero stufa di una situazione precaria"

Marina Cerpolloni con alle spalle l'Opera House di Sydney. Credit: courtesy of Marina Cerpolloni

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Marina Cerpolloni vive a Sydney, dove lavora presso l'aeroporto di Sydney. Arrivata in Australia nel 2016, è diventata cittadina poco più di un anno fa, in una cerimonia tenutasi il giorno di Australia Day.

"Dopo diversi anni, posso dire che tutto è andato per il meglio e mi sento felice della scelta fatta", racconta Marina Cerpolloni ai microfoni di SBS Italian.

"[Prima di partire] mi ricordo che parlavo con mia mamma e quando dici a un gentore: 'Parto per andare in Australia', non è come andare in Spagna, ad esempio. All'inizio mia mamma mi diceva sempre: 'E se poi va male?'. E io le dicevo invece: 'E se poi va bene?'".

Clicca sul tasto "play" in alto per ascoltare l'intervista a Marina Cerpolloni

Marina in compagnia di un canguro. Credit: Marina Cerpolloni

Marina Cerpolloni oggi vive a Sydney, dove lavora presso l'aeroporto di Sydney occupandosi di mansioni legate all'aspetto civile e architettonico dell'aeroporto.

Il percorso di Marina in Australia è cominciato a ottobre del 2016, quando ha deciso di lasciare l'Italia per molte ragioni, tra cui il mondo del lavoro.

"Dopo essermi laureata in ingegneria civile, ho avuto alcune esperienze lavorative poco soddisfacenti. All'inizio ero assunta part-time e poi nell'ultimo caso ero una sorta di lavoratrice autonoma, ma con partita IVA. Pagavo le tasse anche senza guadagnare nulla", racconta Marina.

Così, stufa di questa situazione precaria, Marina ha deciso di lasciare Rimini per trasferirsi a Sydney - a Bondi Beach.

Marina ad Avoca Beach. Credit: Marina Cerpolloni

Marina è arrivata con visto da studente.

"Studiavo inglese e lavoravo nel settore della ristorazione, e poi un giorno, parlando con un'amica, ho scoperto che in uno studio cercavano persone con le mie competenze", racconta Marina.

Marina ha così trovato lavoro nel suo settore ed è riuscita ad ottenere un visto sponsor.

"[Sono stati] tre anni vissuti tra alti e bassi: da un lato hai la possibilità di ottenere il visto permanente, ma dall'altro non puoi lasciare il tuo lavoro", racconta Marina.