Nel Bel Paese, da anni si dibatte sull'uso di termini stranieri nell'italiano.
Anche la politica è entrata sempre di più nel merito della questione: qualche mese fa Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera, ha presentato una proposta di legge che proponeva di multare fino a 100mila euro chi usi "forestierismi linguistici" nelle comunicazioni ufficiali.
La proposta ha scatenato il putiferio in Italia tra sostenitori e detrattori.
Lily, studentessa di italiano alla University of Sydney, si è chiesta: chi ha ragione?
“La questione dell’inclusività di una lingua è una cosa delicata, che va approfondita”, spiega
“Le lingue vive hanno contatti con le altre lingue, ed è normale quindi che ci siano scambi”.
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"L'Australia chiama, la Crusca risponde" è un podcast nato dalla collaborazione tra SBS Italian e l', la più antica istituzione linguistica al mondo che da quattro secoli si impegna per conservare, promuovere e rinnovare l'italiano.
Studenti e studentesse di diverse università in tutta Australia hanno posto le loro domande agli esperti della Crusca, proponendo temi attuali come l'uso dei generi nell'italiano o il lessico giovanile.
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Il titolo di questo episodio è stato aggiornato in 'L’italiano è una lingua aperta alle parole straniere?' per chiarire meglio il contenuto