In Australia una fetta sempre più crescente della popolazione si lamenta del fatto che gli stipendi non crescono abbastanza da contrastare l'inflazione. Ma c'è sempre qualcuno che sta peggio, nello specifico l'Italia. Il rapporto dell'Istituto nazionale per l’analisi della politiche pubbliche, infatti, ha rivelato che tra il 1991 e il 2022 gli stipendi degli italiani sono rimasti praticamente fermi, o meglio hanno fatto registrare una crescita trascurabile dell’1%. Nello stesso lasso di tempo, negli altri Paesi OSCE sono cresciuti del 32,5%.
“Queste misurazioni vengono fatte su stipendi medi ma non tengono conto della composizione del lavoro”, spiega Massimiliano Tani, professore di Finanza della University of NSW di Canberra.
“Se il lavoro saltuario cresce e il posto fisso con un buono stipendio sparisce ecco crearsi una situazione come quella italiana. I salari non sono scesi, di certo non sono saliti come altri Paesi OSCE ma dobbiamo anche tenere conto che il lavoro è sempre più precario”.
“A livello strutturale, il salario deve seguire la produttività ma in Italia non è successo”.
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Tani analizza anche l'andamento dei prezzi delle abitazioni down under.
In Australia, l' pubblicato il 2 gennaio 2024 ci dice che il valore degli immobili è salito dell'8% nel 2023.
Perth è la città dove i prezzi sono saliti maggiormente (parliamo di un +15%), mentre solo a Darwin e a Hobart sono scesi - di un nonnulla, però, perché i dati parlano di una riduzione dello 0.1 e dello 0.8%. Il valore mediano di una casa a Sydney è di oltre un milione e centomila dollari, mentre a Melbourne è di "appena" 780mila dollari.
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