In Italia il 32enne Luigi Lattanzio aveva una piccola azienda specializzata in automazione della casa, un mutuo e una vita che sembrava solida, almeno rispetto agli standard dei suoi coetanei.
Con la moglie Imma Navazio e una figlia di tre anni la vita sembrava destinata a rimanere radicata nel piccolo paesino di Ortanova, neanche 17 mila abitanti, in provincia di Foggia.
Ma per i due non era abbastanza, sognavano di più per la loro giovane famiglia.
Durante la visita di un lontano parente, figlio di familiari emigrati in Australia negli anni '60, Luigi inizia a pensare a emigrare.
"Anche lui era elettricista come me e abbiamo iniziato a parlare delle problematiche in Italia per un piccolo imprenditore, così abbiamo iniziato a ragionare sull'idea di trasferirci", racconta Luigi ai microfoni di SBS Italian.
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Dopo due anni di pianificazione, chiusa l'azienda, nel gennaio del 2018 Luigi parte per raggiungere i parenti a Melbourne, ma Imma e la figlia rimangono in Italia.
Perché in Italia cercavamo di sopravvivere, e quindi abbiamo detto alla fine cosa perdiamo?Luigi
"Quando ci siamo salutati è stato un giorno difficilissimo, perché eravamo pronti per la partenza [verso l'aeroporto], avevamo organizzato che la bambina restasse a casa con i nonni, però piangeva e quindi Imma è stata costretta a stare con lei, e sono partito io da solo con i miei genitori, mi hanno portato alla stazione del treno di Foggia. E di là poi è partito tutto il percorso".
Imma Navazio e Luigi Lattanzio, con le figlie Letizia ed Elizabeth. Credit: Imma Navazio
"Avevo una vita un po' movimentata, studiavo e lavoravo come 'cleaner' in un hotel", racconta.
Dopo quattro mesi molto intensi, Luigi riceve una licenza provvisoria per iniziare a lavorare sotto supervisione.
A quel punto, inizia a cercare uno sponsor, che trova tramite una ditta trovata grazie ad un annuncio su Gumtree, ditta il cui proprietario è italoaustraliano.
"È stato il primo annuncio a cui avevo risposto, quindi vado a fare questo colloquio... Sono stato fortunato perché avevo con me il mio portfolio, con tutta la mia esperienza, perché avevo appena fatto visita a un agente di immigrazione per parlare del visto e lui mi diceva di trovare appunto uno sponsor".
Per Luigi ogni giorno di separazione dalla famiglia pesa come un anno, ma anche per Imma affrontare la distanza non è semplice. Finalmente la famiglia si riunisce dopo nove mesi di separazione.
La famiglia riceve la cittadinanza. Credit: Imma Navazio
"È un investimento non solo economico, ma anche da un punto di vista degli affetti, perché vivere a distanza, non parliamo di un'ora di aereo ma di 24 ore, è stato difficile, soprattutto venendo da un piccolo paese della provincia", racconta Imma.
L'inserimento non è stato semplice: "Avevo una bambina piccola da seguire e quindi ho deciso di restare a casa. Quindi per me è stato anche 'challenging' perché, naturalmente, ho pensato 'lei è la mia priorità. Luigi è focalizzato sul visto e rimanere in Australia'. Quindi questa è la mia parte, e fin quando lei non è andata a scuola è stato questo", ricorda Imma.
Oggi Luigi e Imma sono cittadini australiani, lui gestisce la sua impresa e Imma lavora per una ONG che si occupa di sostenere immigrati, rifugiati e offre assistenza agli anziani.
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