Shun Eto, papà giapponese, mamma australiana e una passione per l'italiano

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Shun Eto durante la raccolta dell'uva in Tumbarumba. Source: courtesy of Shun Eto

Shun Eto era incuriosito dall'Italia e dalle sue tradizioni fin da quando, ancora molto piccolo, viveva a Brisbane coi genitori e si dedicava alla scherma.


All'età di diciotto anni Shun scrisse una lettera ad un maestro di scherma italiano che ammirava molto, e gli chiese di poter continuare i suoi studi di fioretto nella scuola di Pisa.

Shun si è fermato in Italia in totale tre anni, un periodo sufficiente ad imparare la lingua, tanto che ancora oggi a trentaquattro anni continua a saperla parlare.

Per mantenersi in Italia insegnava inglese ai ragazzini della scuola del quartiere e svolgeva diversi tipi di lavoretti.

"Una volta imparato l'italiano non me ne sono più separato", racconta ai microfoni di Sbs Italian, "ho imparato anche il valore della famiglia, un legame prezioso che in Italia viene coltivato più che in altre culture".
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Interrogato su quale sia stata la cosa più difficile da imparare in italiano, non ci pensa un secondo e sorridendo risponde: "sicuramente la parola boh. La maggior parte dei miei amici a cui chiedevo cosa vuol dire boh? mi diceva: boh! e io non capivo, perché in inglese o in giapponese non abbiamo un termine simile".

Oggi Shun ha lasciato i suoi studi di fioretto e lavora nel settore dell'hospitality.

Si occupa di vino nella regione di Tumbarumba in NSW e dice che la sua passione per il vino lo lega ancora oggi al Bel paese: "lavoriamo alla creazione di vini rosé e rossi fatti da uvaggi di Sangiovese e Barolo".
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Shun Eto, papà giapponese, mamma australiana e una passione per l'italiano

SBS Italian

26/02/202110:16
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