Si avvicina il 26 di gennaio, che in Australia coincide con Australia Day, e si riaccendono le polemiche, nonché il consueto dilemma: è giusto celebrare l'orgoglio australiano proprio in questo giorno?
Era appunto il 26 gennaio del 1788 quando la First Fleet, con a bordo il capitano Arthur Phillip, approdò nella baia di Sydney.
Celebrare il 26 gennaio appare oggi, in particolare a molti rappresentanti delle First Nations, poco rispettoso della storia millenaria di questa terra, tanto da chiamare questa ricorrenza "Invasion Day" o "Survival Day".
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Un nuovo giorno per Australia Day
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La polemica quest'anno però ha toccato un tasto diverso, quando la catena di supermercati australiani Woolworths ha annunciato la decisione di non vendere tutti quegli oggetti che normalmente di questi tempi portavano un tripudio di bandiere australiane sugli scaffali di tutti i negozi.
In poche parole, niente cappellini, niente tazze, niente trasferelli, niente che possa essere associato ad Australia Day.
La cosa, che ha ispirato profili social satirici, ha però rinfocolato l'ormai annuale interrogativo.
Noi abbiamo chiesto ai nostri ascoltatori cosa ne pensassero, e le opinioni risultano essere contrastanti.
Per Frank, italiano di nascita e australiano d'adozione, "in Australia ci si impaurisce troppo. Dobbiamo stare tranquilli, questo è un Paese fantastico e tutto si risolverà per il meglio".
Secondo Aiv Puglielli, parlamentare statale del Victoria ed esponente dei Verdi, "la data del 26 gennaio è una data piena di ricordi dolorosi per le persone delle First Nations", motivo per il quale Puglielli si augura che nel futuro si cambi la data in cui celebrare l'identità australiana.
Dobbiamo avere rispetto delle First Nations, e cambiare il giorno dell'Australia Day è un modo per farlo.Aiv Puglielli, deputato dei Verdi nel Parlamento del Victoria
Ai nostri microfoni è intervenuto anche Francesco Carmignani, professore di economia alla University of Southern Queensland. Con Carmignani abbiamo analizzato l'iniziativa di Woolwoorths, iniziativa che già .
In quell'occasione, però, non si era alzato quel polverone che invece sta accendendo la polemica in questi giorni. Questo, secondo Carmignani, è da attribuire al fatto che "Woolworths è un'istituzione più radicata di KMart nella comunità, ed è normale che le decisioni prese, specialmente su questo tema, facciano più rumore".
Carmignani, infine, ha espresso perplessità sul boicottaggio di Woolwoorths, caldeggiato dal leader del partito liberale Peter Dutton. "I boicottaggi in economia non funzionano mai, perché è praticamente impossibile che si protraggano nel tempo", commenta Carmignani.