Si è svolta il mese scorso presso il MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana e il Galata Museo del Mare, la quinta edizione di “”, una conferenza sul mondo dell'emigrazione italiana con esperti e accademici da tutto il mondo.
“I convegni nascono nel 2018 in Australia, grazie ad una conversazione tra Paolo Baracchi del CO.AS.IT. a Melbourne e il nostro collega al Calandra Institute, Fred Gardaphè”, ricorda il professor Anthony Tamburri del di New York.
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Il titolo del simposio 2024 è stato “Rappresentanza e questioni di identità” e ha analizzato momenti specifici del fenomeno migratorio a partire dal contesto dell'emigrazione storica italiana - con i suoi circa 27 milioni di emigranti tra il 1870 e il 1970 - ad oggi, quando la comunità conta circa 80 milioni di persone nel mondo.
Altri temi al centro della conferenza sono stati la storia coloniale italiana, con circa 500.000 coloni al suo apice nel 1940, e l'Italia come destinazione di migranti e rifugiati, a partire dagli anni 80.
Il CO.AS.IT di Melbourne ha preso parte al Simposio di Genova con una delegazione guidata dal suo CEO Marco Fedi che ha sottolineato l’importanza di mantenere aperto il dialogo sul fenomeno migratorio anche su “tutte le questioni, nelle società moderne, che riguardano i flussi, il lavoro, l’integrazione e gli effetti negativi della marginalizzazione e della chiusura ai migranti”.
Diaspore andrà avanti perché continuerà a mantenere collegato il filone tradizionale dell’emigrazione, aprendo ai problemi dell’attualitàMarco Fedi
L'avvocato Vincent Morfuni, fondatore della Australian Calabrese Cultural Association, ha partecipato al simposio con un’intervento sull’immagine che media e documenti governativi hanno tratteggiato degli immigrati italiani in Australia.
“Credo ci dovrebbe essere una revisione [dell’immagine degli immigrati italiani in Australia] per assicurarsi che venga raccontata la vera storia e non il racconto roseo [che ne viene fatto] di questi poveri immigrati che venivano dall'inferno del loro paese al paradiso australiano”.
Una questione ancora aperta nel dibattito sull’emigrazione italiana in Australia e nel mondo.