"Emigrare è sempre una scelta forzata"

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La seconda parte della storia della vita dell'agente di immigrazione Emanuela Canini. "Le difficoltà in Italia mi hanno forgiata, l'Australia mi ha insegnato a mettermi nei panni degli immigrati".


"Un business coach mi disse che le mie disavventure lavorative - in Italia prima e in Australia poi - sono diventate la mia più grande opportunità di marketing".

Una volta risolti i tanti problemi (non ultimo il braccio di ferro col governo australiano per modificare il test per riconoscere la qualifica di fisioterapista), Emanuela Canini ha trovato uno sponsor e ha imboccato la strada - tortuosa anche quella - verso la residenza permanente in Australia.

Clicca il tasto 'play' in alto per ascoltare la prima parte della storia della vita di Emanuela Canini

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Emanuela Canini
Grazie ai suoi sforzi per cambiare le regole nel mondo della fisioterapia era diventata un'eroina per molti expat come lei.

"Al quel punto gli italiani di Perth venivano di me a chiedermi consigli", ricorda Emanuela, che ha pertanto pensato di tornare all'università per studiare Legge d'Immigrazione. "Mi sono detta: 'Vediamo cosa ne esce'".
A forza di affrontare e superare difficoltà, alla fine ti incaponisci
Emanuela Canini
Ne è uscita una nuova vita lavorativa, quella come migration agent. "Così ho fatto: terminato il corso di studi, mi sono iscritta all'albo degli agenti di immigrazione ed eccomi qui", aggiunge Emanuela.

"Tutto questo ha forgiato la mia determinazione: alla fine ti incaponisci. Il mio punto di forza è stato quello. È diventata una questione personale..."

"In questo senso l'Italia mi ha indirettamente aiutato: anche se hai delle qualità lì fai fatica ad emergere perché devi scontrarti con una serie di problemi e di ostacoli, nel mio caso il fatto di essere donna e di non avere una raccomandazione".
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Emanuela Canini con l'allora principe Carlo d'Inghilterra
"È stata un'esperienza terribile, perché tutto questo stress alla fine lo paghi, anche fisicamente. Ma se tornassi indietro rifarei tutto, perché tutte le difficoltà hanno cambiato il mio punto di vista sull'Australia e hanno cambiato anche me. Adesso riesco a vedere tante cose che prima non vedevo, che non capivo".

"Adesso posso immedesimarmi negli immigrati più facilmente. Ecco, io mi sento e mi definisco un'immigrata, non un'expat", specifica l'agente di immigrazione di base a Sydney.
Trasferirmi in Australia è stata la decisione più azzeccata della mia vita, ma se l'Italia mi avesse dato quello che cercavo, non me ne sarei mai andata
Emanuela Canini
"Se non ti metti nei panni degli immigrati non puoi davvero giudicare. Bisogna parlare con le persone per capire cosa vivono".

"Penso che in tanti abbiamo preso la decisione di lasciare il nostro paese d'origine spinti dalla necessità, che nessuno lasci la propria casa per scelta. Anche per me emigrare è stata una scelta forzata: se l'Italia mi avesse dato quello che cercavo, non me ne sarei mai andata".

"Credo che tutte le persone, tutti gli emigrati, attraversino diverse fasi: all'inizio senti una sorta di rabbia verso il paese dal quale sei andato via, poi subentra la nostalgia. Adesso sto vivendo un momento di nostalgia".
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Emanuela Canini, l'ex giocatrice di softball diventata agente d'immigrazione

SBS Italian

02/12/202315:12
Le statistiche dicono che il 50% degli agenti di immigrazione cambiano professione dopo il primo anno, "Perché è un mestiere stressante, faticoso e neanche particolarmente remunerativo. Ma le soddisfazioni, anche sul piano umano, non mancano".

"Lavorativamente parlando, il momento più bello e memorabile è stato l'ottenimento di un visto per un bambino adottato in Pakistan. Dal punto di vista legale è stato molto impegnativo e difficile, ma non sai quanta soddisfazione: siamo ancora in contatto", racconta Emanuela.
Tutti gli emigrati attraversano delle fasi: adesso sto vivendo un periodo di nostalgia
Emanuela Canini
A livello personale, l'Australia le ha regalato l'incontro con l'uomo che ha poi sposato.

"Nel 1987 eravamo entrambi al concerto dei Pink Floyd a Roma. Il che è doppiamente curioso, visto che lui è iraniano e all'epoca viveva in Italia. Qualche decennio dopo ci siamo incontrati in Australia. L'incontro è stato un momento determinante nella mia vita".
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