Jannik Sinner ha dominato la finale contro Zverev (6-3 7-6 6-3), difendendo il titolo vinto 12 mesi fa e diventando il primo italiano a conquistare tre tornei dello Slam.
I successi del 23enne di Sesto Pusteria hanno acceso la passione degli italiani d'Australia, tra i quali il tennis in passato era considerato uno sport di nicchia. Anche per questo, all'indomani del suo trionfo a Melbourne, abbiamo chiesto ai nostri connazionali Down Under come abbiano vissuto il bis di Jannik agli Australian Open.
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Il piccolo Leo Di Stefano - Foto di Dario Castaldo
"La sera precedente avevamo guardato insieme la partita. Io e la mamma sapevamo che ci sarebbe potuta essere questa possibilità e quindi facevamo ancora più il tifo per lui". Per fortuna Jannik ha impiegato solo 2 ore e 42 minuti per conquistare il titolo, il che ha aiutato Giovanni e la moglie a rispettare i dettami genitoriali.
Leo era nervosissimo. Dopo aver dato il 'cinque' a Sinner mi ha detto: papà, non mi lavo più questa manoGiovanni Di Stefano
Giovanni rivela anche alcuni retroscena della chiacchierata che ha fatto il giro del mondo: "È stata una mattinata speciale. Per Leo era una sorpresa, non gli avevamo detto niente, dopodiché quando siamo arrivati ad Albert Park ha capito che cosa sarebbe accaduto".
"Quando poi ha parlato con Sinner non stava nella pelle, era nervosissimo, mi teneva stretta la mano tutto il tempo. Dopo l'intervista, ha dato il cinque a Sinner e mi ha detto: 'Papà, non mi lavo più questa mano'".
Simone Vagnozzi, Marco Panichi, Uli Badio e Darren Cahill. Il team di Sinner al completo posa accanto al tennista azzurro Source: SIPA USA / Mike Frey/Mike Frey-Imagn Images/Sipa USA
Vecchio appassionato di tennis, originario di Catania, sabato è rimasto in tribuna fino alle 2 di notte per tifare la coppia Bolelli-Vavassori nella finale del doppio, quindi nel pomeriggio di domenica è tornato a Melbourne Park per seguire la finale del singolare sul maxischermo. E poi è rimasto anche per lanciare i cori per Jannik Sinner.
Mi dicevo 'ma guarda questo ragazzo di San Candido che mi crea questa emozione'. Non so perché, ma la vivoFilippo
"Mi dicevo 'guarda questo ragazzo di San Candido che mi crea questa emozione'. Non so perché, ma la vivo. Sarà che sono cresciuto con Canè e Camporese, Nargiso e Pescosolido, quando per un italiano arrivare al secondo turno di un torneo dello Slam era un successo: adesso per colmare 40 anni di vuoto farei qualsiasi cosa", conclude Filippo.
Stefano, che vive a Sydney, da 7-8 anni organizza a casa una festa per guardare la finale dell'Happy Slam assieme ai suoi amici. "All'inizio venivano solo australiani, ma da qualche tempo si sono uniti sempre più italiani. E negli ultimi anni davanti a casa abbiamo cominciato anche ad esporre la bandiera italiana".
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Unbelievable Sinner
SBS Italian
26/01/202532:03
"Non sono salita sul carro dei vincitori, ma mi sono appassionata al tennis in epoca recente. Galeotto è stato il Covid, perché da allora ho iniziato a giocare e ho iniziato a guardare il tennis per ore e ore", spiega Fiore da Melbourne.
"Da allora io e gli Australian Open siamo diventati i migliori amici. Da allora prendo un giorno di ferie per andare a vedere anche le qualificazioni. Vado da sola... così nessuno mi parla, nessuno mi dice niente e io vado da campo a campo".
Da qualche anno io e gli Australian Open siamo diventati i migliori amici: prendo un giorno di ferie per andare a vedere le qualificazioniFiore
"Per me guardare ore di tennis non solo non è un problema, ma è fonte di gioia. Quindi non potrei chiedere di meglio che vedere Sinner vincere due anni di fila".
"Mi sono appassionata al tennis grazie a mio nipote Joshua che gioca e ha già vinto tre coppette. La finale me la sono goduta tutta... e viva l'Italia!", esulta la signora Anna, anche lei incollata davanti alla TV per guardare il trionfo di Jannik Sinner.
Jannik assieme al suo coach, Simone Vagnozzi, e al nostro Dario Castaldo