Ridare ai bambini ucraini "una vita normale", l'obiettivo di Ai.Bi.

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L'inaugurazione di una ludoteca di Ai.Bi. Amici dei Bambini in Moldova. Credit: Ai.Bi. Amici dei bambini Moldova

Proteggere e aiutare i bambini ucraini rifugiati in Moldova e allo stesso tempo quelli ucraini che vivono invece in Ucraina con la paura dei bombardamenti: è questo l'obiettivo dell’ong Ai.Bi. Amici dei Bambini in entrambi i Paesi.


"La Moldova prima della guerra in Ucraina era considerato uno dei Paesi più poveri dell'Europa, ma in realta lo è ancora adesso", spiega da Chișinău, capitale del Paese, Arianna Benesso, esperta di protezione e responsabile regionale per i

La Moldova, Paese candidato ad entrare a far parte dell'Unione Europea, "ospita circa un milione e mezzo di rifugiati ucraini".

Uno degli ostacoli per i minori ucraini che vivono lì è la lingua: "Qui la lingua ufficiale è il rumeno, si parla anche il russo ma soprattutto nel sud della Moldova non è molto utilizzato".
I bambini ucraini generalmente parlano bene il russo, ma non conoscono il rumeno, quindi la lingua diventa un ostacolo
Arianna Benesso
Ai.Bi. opera quindi formando sia gli insegnanti sia sostenendo i bambini, per facilitarne l'inserimento e creare classi inclusive.

In Ucraina invece la scuola continua a usare la modalità online, che consente anche ai bambini rifugiati in Moldova di studiare a distanza. Questo ha creato però delle lacune dal punto di vista della socializzazione, su cui Ai.Bi. cerca di intervenire.

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"Abbiamo una serie di ludoteche che abbiamo creato all'interno di alcune scuole per creare meccanismi di integrazione e scambio di esperienze", spiega Benesso, "con personale formato da noi nella scuola e anche psicologi che possono essere a disposizione dei ragazzi".

"In Ucraina operiamo una ludoteca in una Casa della Cultura nella regione di Kiev", aggiunge Arianna Benesso, "dove facciamo attività di supporto psicosociale ed educazione non formale con circa un centinaio di bambini".

"I bambini sanno che è uno spazio sicuro dove c'è personale formato", sottolinea, dove "si cerca in qualche modo di garantire un'infanzia normale e dignitosa ai bambini".

Un obiettivo che Ai.Bi. condivide con altre organizzazioni presenti in loco, con cui collabora costantemente: "non lavoriamo da soli, abbiamo partner che conoscono il territorio e le sue specificità, e siamo in linea con il sistema di coordinamento tra le varie ong e le agenzie delle Nazioni Unite".
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"L'inferno" delle serre di Ragusa

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