Mentre a Doha sono in corso negoziati indiretti per la seconda fase dell'accordo tra Israele e Hamas, l'esercito di Tel Aviv continua a fare raid in tutta la regione, colpendo non solo la striscia, ma anche la Cisgiordania e la Siria.
La decisione di Israele di tagliare le fonti di approvvigionamento elettrico nella Striscia per mettere pressione ad Hamas è stata condannata da singoli stati come l'Egitto ma anche dall'ONU. Secondo il giornalista Michele Giorgio "questi accordi significherebbero di fatto la fine del conflitto, fine che Israele non vuole".
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Sostanzialmente Gaza non ha corrente elettrica da quando è cominciata la guerra, però Israele fornisce elettricità necessaria al funzionamento di alcune infrastrutture civili importanti come gli impianti di desalinizzazione.Michele Giorgio
Giorgio ha anche analizzato la temperatura dei rapporti tra Israele e Stati Uniti, dopo che Tel Aviv è venuta a conoscenza di colloqui che l'inviato di Trump Adam Boehler ha tenuto con Hamas. "Nethanyahu ha ottimi rapporti con Trump" - ha spiegato Giorgio - "anche se l'imprevedibilità dell'amministrazione americana non è proprio gradita a Israele".
Infine, Giorgio si è soffermato sugli ultimi eventi che hanno avuto luogo in Siria, con l'eccidio di più di 1300 persone, la maggior parte dei quali civili: "Non sono state risparmiate le donne, neanche i bambini. Tutto quello che è accaduto getta un'ombra ovviamente su questo nuovo regime siriano, nonostante il suo presidente autoproclamato Al Sharaa stia cercando di dare un'immagine rassicurante del Paese", ha detto Michele Giorgio.
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16/12/202412:21