A oltre un mese dal blocco di aiuti umanitari operato dall'esercito israeliano a Gaza, ieri Netanyahu ha visitato le truppe dell'IDF a nord della Striscia promettendo che "Hamas riceverà ancora più colpi".
Poche ore dopo, è giunto il "no" dai miliziani ad una nuova proposta di cessate il fuoco di 45 giorni a Gaza, una risposta di cui però c'erano già tutte le avvisaglie, spiega il corrispondente da Gerusalemme de Il Manifesto Michele Giorgio.
"Era davvero difficile aspettarsi che potesse essere accettata", spiega Giorgio. "Questa proposta non è andata avanti anche perché appunto contiene il disarmo del movimento islamista che è una delle richieste che Israele fa oramai dal 7 ottobre".
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"È chiaro che queste proposte si scontrano con una realtà sul terreno che dice che il movimento islamista, nonostante i colpi durissimi che ha subito, con la perdita di numerosi comandanti militari e dirigenti politici, tra cui anche i suoi principali capi [...] comunque è riuscito anche a lanciare ancora razzi e dimostrare di essere di essere ancora resistente", spiega Giorgio ai microfoni di SBS Italian.