I primi 50 anni della Sydney Opera House

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Foto aerea del cantiere. In primo piano il prospetto occidentale delle vele di copertura della sala grande e le aree di stoccaggio dei segmenti prefabbricati attorno al podio. Credit: Robert Baudin per Hornibrook Limited. Credits: Australian Air Photos

Il monumento venne inaugurato il 20 ottobre 1973, dopo 16 anni di lavori di costruzione che un team di ricercatori italiani ha riportato alla luce attraverso lo studio di 5000 disegni d'epoca.


La Sydney Opera House venne inaugurata il 20 ottobre 1973 dalla regina Elisabetta II, e in quell’occasione oltre un milione di persone si riversarono sulla Baia di Sydney.

Il mezzo secolo di storia non rende oggi le vele bianche meno significative di allora: poco più di un anno fa, proprio il volto della regina Elisabetta che lo aveva inaugurato, illuminava il monumento in segno di lutto.

Ricordiamo anche le vele illuminate con il tricolore per la Festa della Repubblica e, non ultime, le proteste di lunedì contro la decisione di illuminare l'Opera House con i colori della bandiera di Israele.

Come molte icone, tutti conoscono il monumento o credono di conoscerlo, ma alcuni capitoli della sua lunga storia sono rimasti in secondo piano. Tra questi, anche le diverse fasi del cantiere e le sfide architettoniche che il costruttore australiano, Hornibrook, ha dovuto affrontare per completare la costruzione.

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Le vele dell'Opera House illuminate con i colori della bandiera italiana in occasione della Festa della Repubblica. Credit: SBS Italian

Un team di ricercatori italiani ha dedicato due anni e mezzo ad una nuova analisi che parte proprio dall’analisi di 5.000 disegni di archivio dell’azienda australiana di costruzioni.

“L’Opera House rappresenta una sfida fin da subito; si tratta di un progetto avveneristico”, spiega Paolo Stracchi, professore di Architectural Technology alla University of Sydney, ai microfoni di SBS Italian.

“L’attualità dell’opera consiste proprio nello sviluppo del progetto: man mano che il progetto avanzava dovevano essere trovate delle soluzioni di avanguardia”, aggiunge Luciano Cardellicchio che insegna Architectural Construction a Sydney.

Insieme a Paolo Tombesi, i due italiani hanno pubblicato i risultati della loro ricerca su Casabella, la principale rivista di architettura in Italia e una delle piu importanti a livello internazionale.

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Una vista di cantiere del 1964 sulla parte principale della copertura della sala grande. In primo piano, l’arco telescopico in acciaio sulla costruenda vela A1. Sullo sfondo, l’arco telescopico gemello posizionato per la costruzione della vela A2. Credit: Max Dupain and Associates. Crediti: Mitchell Library, State Library of New South Wales

“La nostra ricerca vuole ristabilire il contributo australiano alla costruzione dell’Opera House”, spiega Stracchi.

“Abbiamo trovato i disegni del costruttore, Hornibrook, che è stato il ‘general contractor’ delle vele, degli interni e delle facciate di vetro. La prima grande scoperta del nostro studio è stata che il costruttore non ha partecipato passivamente alla risoluzione dei problemi, anzi”, spiega Cardellicchio.

I risultati di questo studio, che inludono anche la r, saranno presentati in Australia e negli Stati Uniti.

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