In questo emisfero non solo le stagioni sono invertite, ma il clima può essere decisamente diverso da quello italiano, a seconda dello Stato in cui ci si trova, e questo ci può confondere le idee quando andiamo ad acquistare frutta e verdura.
"Per me primavera vuol dire piselli, fave e la barba del negus che, non ne sono sicura, in italiano dovrebbero essere gli agretti", dice Piera Pagnoni, chef e sfoglina bolognese trapiantata a Melbourne, ai microfoni di SBS Italian.
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La dispensa invernale: i consigli di Paola Bacchia e Lino Sauro
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"In questo periodo al ristorante reintroduciamo i fiori di zucca che si trovano indicativamente tutto l'anno, ma questa è la stagione giusta e noi non li facciamo fritti, ma al forno", aggiunge Matteo Zamboni, chef e proprietario del ristorante Civico 47 a Sydney.
Seguire la stagionalità dei prodotti è importante da molti punti di vista ed il tema è sempre più al centro delle scelte alimentari consapevoli, non solo per l'impatto che ha sull'ambiente, ma anche per i vantaggi in termini di gusto e benessere.
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"Qui non trovo la valeriana", continua Piera, che in questa stagione prepara tra le altre cose il tortello primavera. "È fatto con una base di ricotta e dentro ci mettiamo asparagi, piselli, un po' di menta e la scorza del limone".
"In Italia la stagionalità è un po' più sentita e si lega anche alla regionalità", sottolinea Matteo. "Esiste una cucina tipica del territorio che porta certi prodotti in un determinato periodo e quindi si cresce con questa mentalità".
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