Il 6 aprile del 2009 alle 3.32 del mattino la scossa principale di una serie di terremoti che era partita mesi prima devastò la città abruzzese de L'Aquila.
Il sisma di 6.3 gradi di magnitudine causò 309 vittime, circa 160 feriti di cui 200 gravissimi, e oltre 10 miliardi di danni. Nelle 48 ore dopo la scossa principale, si registrarono altre 256 scosse.
Clissa in alto, sul tasto "play" per ascoltare l'intervista a Pierluigi Biondi, sindaco de l'Aquila.
"All'epoca ero sindaco di un piccolo comune vicino a L'Aquila, che fu gravemente danneggiato, quindi ho vissuto in presa diretta il dramma, le sofferenze e la necessità di dare una risposta immediata alla popolazione", racconta Pierluigi Biondi al microfono di SBS Italian.
La delegazione in visita da L'Aquila, negli studi si Sydney. da sinistra Alessia di Giovacchino, responsabile comunicazione del sindaco, il sindaco del "Aquila Pierluigi Biondi, Nicola Iovenitti dello staff del sindaco.
"È stato un momento molto particolare e confuso, tanto è vero che dopo il terremoto si è iniziato anche ad approfondire il tema della comunicazione pubblica durante le emergenze", spiega il sindaco.
La situazione era disperata: dai sopralluoghi effettuati in 73.484 edifici, pubblici e privati, il 48,1% (35.379 edifici) risultava inagibile.
Potrebbe anche interessarti
"Uno shock che non supererò mai". I sopravvissuti dell'Aquila a 10 anni dal terremoto
SBS Italian
09/04/201920:28
Da allora molto è cambiato e "L'Aquila oggi è trasformata. Non solo da un punto di vista edilizio ed architettonico, ma anche sociale", dice ancora Pierluigi Biondi.
Per approfondire il tema della ricostruzione, con un focus particolare sui progetti resi possibili grazie ai fondi raccolti dalla comunità italo-australiana, è previsto il 22 gennaio 2025 un incontro all’Italian Forum Cultural Centre di Sydney, alle 17.
Durante l’evento, organizzato grazie alla collaborazione del Com.It.Es del NSW e del Co.As.It., saranno presentati i progressi nella ricostruzione della città, con particolare attenzione ai lavori realizzati grazie al fundraising promosso dalla comunità italiana in Australia, dopo il terremoto del 2009.