Pechino tende la mano, le ripercussioni della guerra dei dazi sulla campagna elettorale australiana

ELECTION25 ANTHONY ALBANESE CAMPAIGN

Il primo ministro australiano Anthony Albanese parla ai media durante una visita alla Palmerston Medicare Urgent Care Clinic nell'elettorato di Solomon nel 13° giorno della campagna elettorale federale del 2025, a Darwin, venerdì 11 aprile 2025. Source: AAP / LUKAS COCH/AAPIMAGE

In piena campagna elettorale, la Cina si offre come alleata economica all'Australia contro i dazi statunitensi. La richiesta "è stata rispedita al mittente con molta diplomazia" da Albanese. Il punto di Paul Scutti.


Mentre si avvicinano le elezioni federali australiane, si intensifica l'impatto dei dazi trumpiani anche in campagna elettorale.

Per voce dell'ambasciatore cinese in Australia, infatti, il governo di Xi Jinping tende la mano a Canberra per un'alleanza economica che mira ad aggirare il "bullismo americano".
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Secondo il commentatore di politica australiana Paul Scutti, Anthony Albanese "ha risposto con grande diplomazia: gli australiani di origine cinese sono più del 5% della popolazione, e in campagna elettorale l'ultima cosa da fare è scontentare fette importanti dell'elettorato".

Scutti si è anche soffermato su un altro potenziale effetto delle tariffe introdotte dal presidente statunitense, la lievitazione dei già enormi costi del patto trilaterale AUKUS, che costerebbe 368 miliardi di dollari nei prossimi 30 anni, di cui 500 milioni già pagati a febbraio.
Il problema dei dazi si aggiunge alle incertezze già presenti su AUKUS
Paul Scutti
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