A pochi giorni dall'apertura dei seggi il 3 maggio, oltre un milione di australiani ed australiane ha già espresso la propria preferenza e si stima che, entro sabato, oltre il 70% degli aventi diritto avrà votato in anticipo.
A dominare il dibattito pubblico sono tre temi centrali della terza settimana di campagna elettorale: la difesa, i tagli al settore pubblico e la gestione delle misure ambientali.
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Sul tema difesa, la coalizione guidata da Peter Dutton ha proposto di aumentare la spesa militare fino al 3% del PIL entro dieci anni, contro il 2,4% previsto dai laburisti.
I fondi, secondo la coalizione, verrebbero in parte dai tagli fiscali già programmati per il 2026.
“Il problema è che mancano i dettagli, cioè non sono stati forniti dettagli su eventuali tagli ad altre aree della spesa pubblica, né su come la difesa poi spenderebbe questi soldi aggiuntivi”, osserva il commentatore di politica australiana Paul Scutti, al microfono di SBS Italian.
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Parallelamente, il partito Laburista ha intensificato la sua presenza in seggi chiave, anche in territori tradizionalmente liberali.
“Il partito di governo ha lanciato un’offensiva nei seggi marginali, anche se comunque all’interno del partito c’è consapevolezza che il carovita potrebbe ancora influenzare negativamente il voto”, commenta Scutti.
Anche le dichiarazioni sui dipendenti pubblici hanno sollevato dibattito: la Coalizione ha annunciato l’intenzione di tagliare 41.000 posti di lavoro, precisando che i tagli riguarderebbero solo Canberra.
“Canberra attualmente ospita circa 70.000 dipendenti pubblici, quindi tagliarne 41.000 su 70.000 significa di fatto decimare il settore”, dice ancora Scutti.
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Con i sondaggi che oscillano tra il 34% e il 39% per la Coalizione e dati altrettanto variabili per i laburisti, l’esito resta apertissimo. Il risultato, sottolinea Scutti, sarà determinato proprio da questi seggi contesi:
“Attualmente i sondaggi sembrano indicare una possibilità di un governo di maggioranza laburista, però bisogna capire quello che accadrà nei seggi marginali”, conclude Scutti.