Arrivato in Australia da Floridia all'età di 16 anni assieme al papà e a tre sorelle, Tony Marino cominciò a lavorare come meccanico, finché incontrò in palestra qualcuno che lo indirizzò al mondo della lotta greco-romana.
"Volevo essere forte per poter rompere la legna con le mani, e per questo andavo spesso in palestra a fare sollevamento pesi, anche se a me piacevano il karate e il judo", racconta Tony ai microfoni di SBS Italian.
Ascolta la storia di Tony Marino cliccando 'play' in alto
Un incontro di wrestling in Australia negli anni 60. Credit: Courtesy of Toni Marino.
Quello che era un limite si rivelò un vantaggio: "Mi dissero che ero perfetto come arbitro, anche perché accanto a me i lottatori sembravano tutti dei giganti", sorride Tony.
Un impresario mi disse: 'Sei perfetto per fare l'arbitro, accanto a te i lottatori sembrano tutti dei giganti!'Tony Marino
Iniziata così la carriera da arbitro, nel corso degli anni Tony Marino ha conosciuto celebrità del wrestling australiano e americano.
Su tutti, Brute Bernard ("una vera testa matta, ce l'aveva sempre con me!") e André The Giant ("avevo sempre paura che mi cadesse addosso!").
Per 40 anni, l'italo-australiano di origine siciliana ha vissuto con e grazie a questa attività, da Melbourne a Ballarat, da Geelong a Newcastle, sempre con la valigia in mano.
"Ero in giro sette giorni su sette per tutta l'Australia e ogni tanto ci mandavano all'estero, a Singapore", ricorda.
Avevo sempre paura che André The Giant mi cadesse addossoTony Marino
"Ho lavorato tante volte con André The Giant. Quando mi metteva la mano sulla spalla mi copriva tutto il corpo e avevo sempre paura che mi cadesse addosso".
"Non è mai successo con lui, anche perché me ne stavo a debita distanza. Ma con altri sì, un paio di volte mi sono fatto male e mi hanno anche rotto la testa".
Tony Marino (in basso a dx) che arbitra un incontro di Andre The Giant. Credit: Courtesy of Tony Marino
"Tendenzialmente sapevamo quanto l'incontro sarebbe dovuto durare. In qualche caso invece sapevamo chi avrebbe dovuto vincere, ma in ogni caso in questo show è fondamentale il ruolo dell'arbitro", rivela Tony.
Brute Bernard che era un cane selvaggio, era incontrollabile, e minacciava spesso di uccidermiTony Marino
"Se un lottatore non rispettava gli accordi, i contratti venivano stralciati. Ma c'erano delle eccezioni, come Brute Bernard che era un cane selvaggio, era incontrollabile, e minacciava spesso di uccidermi".
"André The Giant è stato il mio lottatore preferito. Ogni volta che si esibiva, fossimo a Hong Kong o a Kuala Lumpur, l'arena si riempiva. Una volta mi invitò a bere, sostenendo che mi avrebbe aiutato a crescere in altezza. Fu l'ultima volta che lo vidi".
Un insieme di foto donateci da Tony Marino. Credit: Courtesy of Tony Marino.
"Dentro il ring i wrestlers facevano quello che volevano, ma al di fuori c'era rispetto. Una volta André The Giant mi invitò a bere una bottiglia di vino, un'altra a cenare insieme", spiega Tony.
Con la solita eccezione di Brute Bernard.
Potrebbe interessarti anche - La storia di Salvatore Britti
"Sono uno scricciolo, ma voglio diventare campione del Victoria"
SBS Italian
17/03/202314:45