L'accordo tra Indonesia e Australia per il rimpatrio di cinque dei "Bali Nine"

BALI NINE COMBINATION PHOTO

Un'immagine combinata creata dei cinque componenti dei "Bali Nine" scarcerati: da sinistra a destra, Si-Yi Chen, Martin Stephens, Matthew Norman (in alto), Michael Czugaj (in basso) e Scott Rush. Source: AAP / MICK TSIKAS/AAPIMAGE

Matthew Norman, Scott Rush, Martin Stephens, Si Yi Chen e Michael Czugaj, arrestati nel 2005 per aver tentato di contrabbandare 8,3 chili di eroina da Bali, sono stati rimpatriati per "motivi umanitari".


Nel 2005 nove australiani (otto uomini e una donna) furono arrestati per aver tentato di contrabbandare oltre otto chilogrammi di eroina da Bali.

Nonostante le richieste di clemenza e le proteste diplomatiche, i capi del gruppo, Myuran Sukumaran e Andrew Chan, furono condannati a morte e giustiziati dieci anni dopo nel 2015.

Quella fu una mossa dell'allora presidente Joko Widodo per dimostrare l'atteggiamento inflessibile dell'Indonesia nei confronti dei trafficanti di droga.

Ascolta l'analisi del commentatore politico Paul Scutti cliccando sul tasto "play" in alto

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Nel 2018 un altro componente del gruppo, Tan Duc Than Nguyen, morì di cancro in prigione. Quello stesso anno fu rilasciata l'unica donna del gruppo, Renae Lawrence.

Quasi vent'anni dopo, i rimanenti cinque membri sono stati fatti rientrare in Australia, liberati "per motivi umanitari" con il divieto di tornare in Indonesia.

Il primo ministro Anthony Albanese ha descritto l'accordo come un atto di compassione da parte del nuovo presidente indonesiano Prabowo Subianto, insediatosi lo scorso ottobre.

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