Antonia Palermo ha conosciuto il dialetto valtellinese da bambina, molti anni prima di iniziare a studiare l’italiano a scuola.
“Tutti i miei nonni erano italiani, quelli paterni vengono dalla provincia di Isernia, in Molise, la mia nonna materna viene da Napoli e mio nonno materno dalla Valtellina”, racconta la giovane studentessa della UWA di Perth.
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“Da bambina andavamo in Italia con la famiglia a trovare i parenti di mio nonno, a Menarola. Fra di loro parlano il dialetto di questo piccolo paesino da cui vengono, l'ho imparato negli anni anch'io e anche se non lo parlavo bene riuscivo sempre a capirlo”.
Sono cresciuta circondata dalla lingua italiana, l’ho vissuto come un vantaggio perché ha creato questa familiarità con la lingua che mi ha aiutato quando poi ho iniziato a studiare l’italiano
Al liceo e poi all’università, Antonia si è dedicata allo studio della lingua e della grammatica italiane con passione.
Una dedizione che l’ha portata a classificarsi terza al Premio Italia 2024, un concorso letterario indetto dall'Ambasciata Italiana di Canberra che premia gli scritti migliori degli studenti universitari in tutto il paese.
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Fresca di una laurea in Scienze Politiche e Criminologia, Antonia non ha mai abbandonato lo studio della lingua di Dante “per mantenere la connessione con le mie radici”, spiega.
Passare dalla conoscenza del dialetto all’apprendimento della lingua non è stato semplice, “non sapevo coniugare i verbi, non sapevo comunicare tanto bene, non conoscevo la grammatica ma riuscivo a capirla un po’ grazie ai miei viaggi da piccola”.
Le differenze tra i tempi verbali sono stati l’ostacolo più difficile da superare.
La mia conoscenza della lingua mi aiuta a rimanere in contatto con i miei parenti in Italia, loro non parlano inglese
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