Siamo al giorno 1.118 del conflitto in Ucraina e oggi, martedì 18 marzo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe collegarsi telefonicamente con il suo omologo russo, Vladimir Putin.
Sarà la prima volta che i due leader si sentiranno da quando, l’11 marzo scorso, l’Ucraina ha accettato un cessate il fuoco di 30 giorni mediato dagli Stati Uniti.
Perché la tregua diventi effettiva è ancora necessaria l'approvazione della Russia, che finora ha preso tempo.
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"Siamo proprio nel campo delle ipotesi, non ci sono certezze ma una ridda di notizie non verificabili, e noi possiamo solo cercare d'intuire quello di cui si sta parlando", commenta il giornalista Giuseppe D'Amato al microfono di SBS Italian.
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Secondo Steve Witkoff, inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, questo incontro potrebbe rappresentare una svolta significativa verso il processo di pace.
Witkoff ha evidenziato che le distanze tra le due parti si sono ridotte, suggerendo la possibilità di "progressi reali" nelle trattative.
"Trump sta parlando con Putin fondamentalmente di business", dice ancora D'Amato, "perché sa perfettamente che Putin non vuole fare concessioni dal punto di vista geopolitico".
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In questo scenario Zelensky ha nominato Andrii Hnatov Capo di Stato Maggiore delle forze armate del Paese, al posto di Anatoliy Barhylevych, e resta da capire quali siano le linee rosse che Kiev non è disposta a superare.
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"Il cambio ai vertici militari è dovuto alla quasi certa sconfitta a Kursk e quindi al ritiro delle truppe ucraine dalla regione russa", commenta ancora D'Amato.
"[L'obiettivo sarà] dare ai russi il meno possibile", conclude D'Amato, secondo cui "la Crimea ormai è data per persa. Cercheranno di ottenere indietro alcuni distretti e cercheranno di farla passare per una risoluzione temporanea, in vista della soluzione definitiva".