Dopo due mesi e mezzo di restrizioni che hanno imposto la chiusura dei locali, la scorsa settimana hanno riaperto i ristoranti di Melbourne. Per farci raccontare in che modo chef e manager siano riusciti a sopravvivere all'emergenza e in che modo gli ultimi 80 giorni abbiano cambiato la ristorazione italiana della capitale del Victoria, abbiamo interpellato i proprietari di due trattorie di Melbourne, Donato Cofano e Francesco Rota.
"Dal giorno alla sera abbiamo dovuto cambiare tipologia di locale" racconta Donato Cofano, chef pugliese di Fasano ma cresciuto a Firenze. E che per questo, per rendere omaggio alla sua duplice formazione culinaria, ha chiamato Tacco&Tosca il suo locale di Middle Park. "Per una settimana abbiamo mantenuto il vecchio menu, poi gradualmente abbiamo allestito un negozietto nel quale abbiamo proposto pasta fresca, lasagne, salse e zuppe, oltre al pane e alle focacce baresi. Insomma, da cuoco mi sono trasformato in panettiere, in front house e in molto altro. I clienti hanno apprezzato".
"Prima della pandemia eravamo aperti colazione, pranzo e cena 6 giorni a settimana. Poi ci siamo ritrovati a fare letteralmente qualsiasi cosa" gli fa eco Francesco Rota. Trentaquattrenne di Modena, chef e co-proprietario di Trattoria Emilia, a differenza di Donato non ha potuto contare sul riferimento di una comunità di quartiere. Il suo locale nel CBD serviva soprattutto i lavoratori del centro cittadino, per cui la chiusura degli uffici ha costretto i ristoratori emiliani ad andarsi a cercare i clienti direttamente a casa loro.
![Molti ristoratori italiani d'Australia si sono reinventati panificatori e pasticcieri](https://images.sbs.com.au/drupal/yourlanguage/public/tacco_tosca_2.jpg?imwidth=1280)
Molti ristoratori italiani d'Australia si sono reinventati panificatori e pasticcieri Source: Instagram @taccoandtosca
![La preparazione e la consegna di 'comfort box' sono state due delle iniziative inaugurate da Luca Flammia e Francesco Rota](https://images.sbs.com.au/drupal/yourlanguage/public/trattoria_emilia_comfort_box.jpg?imwidth=1280)
La preparazione e la consegna di 'comfort box' sono state due delle iniziative inaugurate da Luca Flammia e Francesco Rota Source: Instagram @emiliamelbourne
"Organizzarci per offrire pasti takeaway su base quotidiana avrebbe impegnato eccessivamente la cucina. Viceversa abbiamo recuperato le email dei nostri clienti e abbiamo proposto loro dei cosiddetti comfort box, cioè scatole con varie degustazioni, con una portata principale, della lasagne, delle tagliatelle, un dolce e degli assaggi che abbiamo consegnato direttamente per due mesi a casa della gente, in giro per tutta Melbourne". Oltre a questo, Francesco Rota, Luca Flammia e Matteo Neviani si sono reinventati imbianchini, muratori e uomini delle pulizie, approfittando della situazione per rifare il look del loro ristorante. "Abbiamo letteralmente tappato i buchi" scherza Francesco.
I sacrifici, spiegano entrambi, sono stati fatti anche per salvaguardare i ragazzi italiani che lavoravano nei locali e che non avrebbero beneficiato dei sussidi governativi, il cosiddetto JobKeeper. "Abbiamo cercato di tenere il locale aperto tutto il giorno - specifica Donato Cofano, che è anche membro della federazione italiana cuochi -. Avendo abbassato i costi siamo riusciti ad abbassare i prezzi. Il che è stato anche un modo per ringraziare i nostri clienti del sostegno e della fiducia".
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"Adesso, dopo 4 anni di lavoro incessante e di ottimi risultati, l'obiettivo è fare in modo di conservare la nostra identità, ma anche di addattarci alle nuove circostanze per esempio continuando a tenere in vita il negozietto e ad offrire ai residenti della zona il pane e le focacce baresi. D'altra parte il timore è che con le nuove norme nel locale venga a mancare l'atmosfera gioviale e vacanziera, quasi italiana, ma in questo periodo ci siamo anche resi conto che ottimizzando i tempi riusciamo a dedicare più tempo alla famiglia e persino a fare una passeggiata sul lungomare".
Nel futuro di trattorie che avevano sempre puntato sull'eccellenza sembra profilarsi un bivio tra la qualità e le nuove condizioni imposte dal mercato. Un rischio concreto è che la congiuntura economica porti infatti i clienti ad abituarsi, a richiedere o a potersi permettere solo standard inferiori. "Di certo non sarà esattamente come prima - conclude Francesco Rota - i prezzi si abbasseranno, i piatti saranno di più facile comprensione, la gente tenderà ad andare al ristorante solo in situazioni speciali. Per noi andare avanti sarà una dura battaglia".
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Forse, ma mai tanto come quella affrontata, e vinta, negli ultimi 80 giorni.
Il distanziamento sociale e le norme anti assembramento hanno provocato uno tsunami che si è abbattuto su tutto il mondo sulla ristorazione. SBS Italian sta intervistando ristoratori, chef, pizzaioli, pasticcieri e importatori italiani d'Australia che sono riusciti a mantenere in vita le loro attività grazie ad iniziative estemporanee, in qualche caso curiose, sicuramente ingegnose.
![Luca Flammia, Francesco Rota e (ultimo a destra) Matteo Neviani di Trattoria Emilia](https://images.sbs.com.au/drupal/yourlanguage/public/trattoria_emilia.jpg?imwidth=1280)
Luca Flammia, Francesco Rota e (ultimo a destra) Matteo Neviani di Trattoria Emilia Source: Instagram @emiliamelbourne
Hai perso le puntate precedenti del nostro viaggio per scoprire l'impatto del COVID-19 sui lavoratori della ristorazione? Eccole qui.
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