Guerra dei dazi, "tra USA e Cina è una partita di tamburello"

Donald Trump

Un sorridente Donald Trump con il segretario agli Interni Doug Burgum e quello dell'Energia Chris Wright. Source: AP / Evan Vucci/AP/AAP Image

Washington conferma il rialzo al 104% dei balzelli per i prodotti cinesi: per Giampiero Gramaglia "la logica, per usare un eufemismo, non è stringente". Intanto si è concluso il bilaterale Trump-Netanyahu, durante il quale non sono mancate dichiarazioni roboanti.


Continua la guerra dei dazi, con la corsa al rialzo tra Cina e USA in attesa di scoprire la prossima mossa dell'Unione Europea.

Dopo la risposta di Pechino, Washington risponde portando l'aliquota per i prodotti cinesi venduti negli States al 104%.
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"Una logica non troppo stringente", commenta il giornalista Giampiero Gramaglia, "che oltretutto sta danneggiando in primis la Borsa statunitense".

Gramaglia ha anche analizzato la visita in America di Giorgia Meloni, programmata per il 17 aprile: "Un ruolo delicato, quello che si troverà a interpretare la Premier perché deve da una parte seguire l'Europa e dall'altra mantenere i buoni rapporti instaurati con Trump".
Ma al centro dell'analisi di Gramaglia anche il bilaterale Trump-Netanyahu, "ricco di dichiarazioni al vetriolo da entrambe le parti, in un equilibrio sempre più fragile", nonché la situazione legata a Elon Musk e al suo rapporto con il presidente Trump, "all'interno del quale si odono i primi scricchiolii".
Forse la separazione consensuale tra i due è la cosa più probabile, e noi l'avevamo detto dal primo giorno
Giampiero Gramaglia
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