Guerra dei dazi: "La Cina è arrivata abbastanza preparata a questa seconda ondata"

Trump

Il Presidente Donald Trump parla mentre firma gli ordini esecutivi nello Studio Ovale della Casa Bianca mercoledì 9 aprile 2025, a Washington. (Pool via AP) Credit: AP

Donald Trump porta al 125% i dazi sui beni importati dalla Cina negli Stati Uniti e Pechino lo accusa di bullismo.


A partire dalla mezzanotte di Washington del 9 aprile, le 2pm AEST in Australia, sono entrati in vigore i cosiddetti "dazi reciproci" degli Stati Uniti, che riguardano più di 100 Paesi.

Quelli alla Cina battono tutti i record, con una tariffa complessiva che in poche ore, dal 104% iniziale proposto da Trump, ha raggiunto il 125%.

L'ulteriore aumento dei dazi sulle importazioni cinesi negli Stati Uniti è stato annunciato in seguito alla risposta di Pechino, quando il Ministero delle Finanze cinese ha comunicato un aumento dei dazi dal 34% all'84% su tutti i beni importati nel Paese dagli Stati Uniti, accusando la Casa Bianca di bullismo.

"Siamo all'impazzimento completo con la seconda amministrazione di Trump", afferma il giornalista Gabriele Battaglia, "e con questa sequela di dazi che aumentano di giorno in giorno, in un botta e risposta che ormai ha poco di economico e di razionale, sembra proprio una sfida per imporre la propria egemonia."

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In un botta e risposta che ormai ha poco di economico e di razionale, sembra proprio una sfida per imporre la propria egemonia
Gabriele Battaglia
"La Cina è arrivata abbastanza preparata a questa seconda ondata di dazi", ha spiegato Battaglia, e oggi i cinesi sembrano avere un atteggiamento diverso,
non più "accodiscendente", spiega il giornalista.

"Adesso vanno giù duro anche loro, perché hanno capito che non è questione di trattare, ma c'è il fatto che gli Stati Uniti vogliono tarpare le ali alla Cina."

La Cina confina con 14 Paesi. "Quello a cui punta la Cina in questo momento è rafforzare la stabilità economica nell'Asia-Pacifico, anche per spostare sempre di più il baricentro del mondo in quell'area e rispondere così alle tariffe di Trump", dimostrando che sta, di fatto, "abbandonando l'idea di globalizzazione in cui la Cina e gli Stati Uniti erano complementari", commenta Battaglia.

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