Una storica sentenza riscrive i rapporti tra Commonwealth e popoli aborigeni in materia di proprietà terriera

Gumatj leaders Djawa Yunupingu and Balupalu Yunupingu celebrate outside the High Court of Australia in Canberra, Wednesday, March 12, 2025.

I leader Gumatj Djawa Yunupingu e Balupalu Yunupingu festeggiano fuori dall'Alta Corte d'Australia a Canberra, mercoledì 12 marzo 2025. Source: AAP / MICK TSIKAS/AAPIMAGE

Il 12 marzo scorso l'Alta Corte ha scritto un capitolo importante nella storia tra popolazioni indigene e non, dando ragione ai Gumatj, riconoscendo che la loro terra non era stata acquisita dal Commonwealth "a condizioni giuste". Quali sono le conseguenze di questa sentenza?


Nel 1968 fu stipulato un contratto di locazione per 42 anni alla società Nabalco per estrarre bauxite da terreni nella penisola di Gove a Nhulunbuy, nel paese di Gumatj.

Quell'accordo è stato riesaminato dall’Alta Corte, che con una sentenza del 12 marzo scorso ha stabilito che il terreno a Gove non era stato acquisito "a condizioni giuste" dal Commonwealth prima di essere affittato a Nabalco.
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L’espressione "just terms" (condizioni giuste) si trova nella Costituzione australiana e richiede un pagamento equo quando una proprietà viene acquisita dal Commonwealth.

La decisione dell'Alta Corte significa che il Commonwealth potrebbe ora essere responsabile per un risarcimento al popolo Gumatj che potrebbe raggiungere i 700 milioni di dollari.

Ascolta l'intervista alla professoressa Franca Tamisari cliccando sul tasto "play" in alto

Franca Tamisari è docente di Antropologia all'Università Ca' Foscari di Venezia e da trent'anni studia il popolo Yolngu della Terra di Arnhem nordorientale, la zona da cui questa battaglia legale è partita.

Ai microfoni di SBS Italian, la professoressa Tamisari ha descritto la sentenza del 12 marzo scorso come "importante, epocale", aggiungendo che considera "l'esito di questa causa come la continuazione di un lungo processo di riconoscimento".
Alla base della proprietà terriera indigena, c'è questa relazione reciproca di cura e di protezione. Bisogna che la popolazione che la occupa si prenda cura della terra, e contemporaneamente allora la terra produce e offre i suoi prodotti.
Franca Tamisari, docente di Antropologia a Ca' Foscari
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