Dal post doc alla PR, un percorso non scontato

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Dalila e il marito si sono stabiliti a Brisbane, dove la ricercatrice aveva inizialmente ottenuto un post doc. Credit: courtesy of Dalila Iannotta

Dalila Iannotta, ricercatrice arrivata in Australia per un post doc, ci racconta come è riuscita a rimanere ottenendo la residenza permanente grazie alla professione del marito.


"Sono partita dall'Italia dopo un dottorato e arrivo in Australia a luglio 2022 con mio marito per un lavoro alla University of Queensland come post doc o ricercatrice", ricorda Dalila Iannotta ai microfoni di SBS Italian.

Originaria di Gaeta, la giovane donna è specializzata in biotecnologie, si occupa in particolare di "nanoparticelle per migliorare il funzionamento di farmaci", ed aveva già trascorso un periodo negli Stati Uniti.

La coppia non conosceva l'Australia prima di arrivarci, anche se Dalila ammette che "era il mio sogno per il mio viaggio di nozze venire, quindi abbiamo colto l'occasione".

"All'inizio ovviamente, come ogni trasferimento, si è sempre un po' spaesati. Però devo dire che siamo stati anche fortunati a trovare delle persone che ci hanno aiutato", racconta Dalila Iannotta.

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Dalila e il marito ritratti sulla Great Ocean Road, sulla costa del Victoria. Credit: courteys of Dalila Iannotta
Giunti a Brisbane, i due si sono ambientati velocemente, pur dovendo fare i conti con un accento, quello australiano, meno familiare di quello americano.

"Io sono arrivata con un visto 408 research (, ndr), quindi un visto apposito per ricercatori di un anno, che era la durata del mio contratto iniziale".

La coppia si è trasferita pensando da subito di voler tentare di restare, e immaginando che sarebbe stato relativamente semplice.

"Ero abbastanza tranquilla perché comunque avevo l'appoggio dell'università, quindi sapevo che nel momento in cui mi avessero rinnovato il contratto, mi avrebbero anche rinnovato il visto. E infatti così è stato. Per il secondo anno all'università mi ha rinnovato il visto, però questa volta mi hanno fatto fare il Covid visa".
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Nonostante sia arrivata per un progetto scientifico, Dalila non è riuscita ad ottenere attraverso la sua professione un percorso utile per l'ottenimento della residenza permanente. Il suo progetto di ricerca è stato sospeso, lasciandole pochi mesi per trovare un visto alternativo.

Inizialmente la ricercatrice immaginava di poter eventualmente fare domanda per il Global Talent Visa, visto richiesto e ottenuto da numerosi suoi colleghi. Ma la sua richiesta non ha avuto l'esito sperato.

Superata la cocente delusione, la coppia ha deciso, su consiglio di un agente, di puntare al visto attraverso la professione di lui.
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Dalila e il marito la sera in cui hanno saputo di avere ottenuto la residenza permanente.
"Mio marito è arrivato come tecnico di radiologia", spiega Dalila, specificando che la professione è sì richiesta, ma per chi si è qualificato in Italia occorre ottenere un riconoscimento dei titoli.

"Anche in questo caso abbiamo faticato un pochino, perché non è un lavoro in cui l'Australia ti permette di lavorare subito: hai bisogno di fare un percorso di riconoscimento della laurea".
[Il riconoscimento della laurea] è un percorso abbastanza lungo che richiede moltissimo tempo, tantissimi documenti, ovviamente anche un dispendio monetario e anche un po' di stress
Dalila Iannotta
Per la coppia la storia è stata a lieto fine: superate le forche caudine del riconoscimento dei titoli, hanno ottenuto il visto 186 (, ndr) e la residenza permanente, concessa in tempi brevi.

"Siamo riusciti ad ottenere il visto in un mesetto", spiega Dalila. "Però ci tengo a dire che non è una cosa così celere. Noi siamo stati fortunati ad ottenere il visto così velocemente".

A chi volesse tentare il trasferimento in Australia, Dalila consiglia, innanzitutto, di avere molta pazienza, ma non solo.

"Ricordate sempre che ogni percorso è a sé e che non è mai uguale al percorso di qualcun altro. Quindi cercate, informatevi, cercate tante vie, non focalizzatevi su una via sola perché a volte quella via non funziona, quindi è meglio avere delle opzioni multiple".

"Informatevi, chiedete aiuto, non esitate: ci sono tante persone qui disposte ad aiutarvi".

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