La guerra dei dazi di Trump si inasprisce

AUSTRALIA UNITED STATES RELATIONS

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in conferenza stampa nella East Room della Casa Bianca a Washington DC, Stati Uniti, venerdì 20 settembre 2019 (sinistra), e il primo ministro Anthony Albanese in conferenza stampa a Sydney, mercoledì 12 marzo 2025 (destra). Source: AAP / MICK TSIKAS DEAN LEWINS/AAPIMAGE

Il presidente americano Donald Trump ha confermato nella giornata di mercoledì che tutti i Paesi, non solo Messico, Cina e Canada, saranno soggetti a dazi.


Gli Stati Uniti applicheranno una tariffa del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio negli USA a partire dalla mezzanotte del 12 marzo.

Non sono state concesse esenzioni neppure all'Australia, nonostante i tentativi di mediazione dell'esecutivo.

Il primo ministro Anthony Albanese ha subito annunciato che l'Australia continuerà con il suo piano volto a diversificare ulteriormente le sue relazioni commerciali, riducendo così la dipendenza dagli Stati Uniti. Ha aggiunto anche che ci sono piani in atto per supportare il settore locale dell'alluminio e dell'acciaio.

"I dazi e l'escalation delle tensioni commerciali sono una forma di autolesionismo economico", ha dichiarato Albanese. "A pagarne il prezzo sono i consumatori. Per questo motivo, l'Australia non imporrà dazi reciproci sugli Stati Uniti. Una tale azione farebbe solo aumentare i prezzi per i consumatori australiani e aumenterebbe l'inflazione".
Una reazione opposta a quella dell'Unione Europea che ha annunciato contromisure "accuratamente calibrate".

Secondo la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen "l'Unione Europea deve agire per proteggere i consumatori e le imprese. Le contromisure che adottiamo oggi sono forti, ma proporzionate. Mentre gli Stati Uniti applicano dazi per un valore di 28 miliardi di dollari, noi rispondiamo con contromisure per un valore di 26 miliardi di euro. Questo corrisponde alla portata economica dei dazi degli Stati Uniti".

Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il giornalista Giampiero Gramaglia, esperto di questioni statunitensi.

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