Ningaloo Reef: “un paradiso in terra” da proteggere

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Un'immagine dei coralli sbiancati a Ningaloo. Credit: Sara Barbieri

Lontana dalle rotte usuali del turismo e grazie alle sue correnti, la barriera corallina di Ningaloo fino alla scorsa estate ha potuto evitare il fenomeno dello sbiancamento di massa dei coralli. Ma da quest'anno le cose sono cambiate.


La barriera corallina di Ningaloo è uno dei paradisi naturali più suggestivi del continente australiano.

Sorella minore per estensione della Great Barrier Reef del Queensland, Ningaloo si trova poco lontano dalle coste del Western Australia, a circa 1200 km a nord di Perth.

Una riserva per squali balena, mante, megattere e tartarughe che si riproducono nella zona e per migliaia di altre specie marine.

 “Il Ningaloo Reef è definito ‘fringing reef’, in parole povere è una barriera che cresce non lontano dalla spiaggia”, spiega Riccardo Losciale, un biologo marino che oggi lavora all'Exmouth Diving Centre ma ha studiato anche la Great Barrier Reef.

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Riccardo Losciale spiega l'ecosistema di Nungaloo ad un gruppo di turisti. Credit: Riccardo Losciale

 “La differenza è che, per la sua morfologia, la barriera corallina viene raggiunta da una corrente che viene dal sud, che si chiama ‘Ningaloo current’ che porta acqua fresca e quindi raffredda l'acqua e in più porta anche nutrimenti. Ningaloo Reef è sempre stata 'salvata' da questa corrente che ha mitigato l'innalzamento della temperatura”.
Ningaloo Reef è stata toccata in maniera marginale, almeno fino a poco tempo fa, dallo sbiancamento di massa dei coralli che invece avviene nella Great Barrier Reef
Tutto questo fino alla scorsa estate: i rilevamenti, fatti poche settimane fa, mostrano un quadro preoccupante e in rapido deterioramento.

“Ancora non ci sono dati sulla vastità e la severità di questo evento di sbiancamento ma penso che sia uno dei più grandi che abbiamo mai visto da quando abbiamo cominciato a monitorare i coralli con costanza”, sostiene Losciale.

Il biologo marino spiega che il fenomeno è dato dalla combinazione di diversi eventi: prima tra tutti, il terzo anno consecutivo de La Niña che impatta sulla ‘Lewin Current’, una corrente che viene dal nord e che indebolisce la ‘Ningaloo Current’ rendendo l'acqua più calda o anche con più energia.
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Un corallo della barriera di Ningaloo. Credit: Sara Barbieri

“Poi cosa succede? Arriva un ciclone e dopo un'ondata di calore molto alta per molti giorni. Di conseguenza l'acqua si è surriscaldata, ma avendo già tanto calore all'interno la temperatura si è alzata non solo in superficie, ma anche a profondità abbastanza elevate”, spiega Losciale.
La cosa più impattante che stiamo vedendo è che i coralli ‘slow growing’, che possono avere anche quasi 1000 anni, sono quasi completamente sbiancati
“Sono tornato a fine febbraio e appena sono entrato in acqua, mi sono messo le mani nei capelli perché avevo cominciato a sentire qualche voce ma vederlo con gli occhi, gli stessi identici posti in cui andavamo l'anno scorso, in cui praticamente era 40-50 percento di ‘coral covered’, quindi coralli sani, pochissima mortalità, zero bleaching e adesso ci sono posti in cui abbiamo così a occhio direi il 95 per cento di sbiancamento”, commenta.
Ningaloo è ancora ancora vivo, però bisogna agire per poter mantenere questa bellezza nel futuro. Perché se andiamo avanti così i nostri figli, i nostri nipoti probabilmente non avere più come è adesso.
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Un'immagine dall'alto di Ningaloo. Credit: Unsplash/Ben Carless
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