Non tutte le strade che si intraprendono all’inizio sono quelle su cui si resta. A volte si cambia direzione per necessità, a volte per scelta consapevole. Altre volte ancora si torna semplicemente verso ciò che, per anni, si è messo da parte.
È quanto accaduto a Giorgia Chierici, che oggi gestisce "Chameleon Body Art" e "Chameleon Styling", un’attività legata alla creatività e all’allestimento di eventi, dopo aver trascorso quindici anni nel mondo della moda e del management, tra l’Italia, la Svizzera e infine l’Australia.
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Giorgia Chierici durante uno degli eventi allestiti da lei. Credit: Courtesy of Giorgia Chierici
Da lì ha preso forma il primo tratto della sua carriera: lavoro nelle aziende, nel design, nella moda, fino a ruoli dirigenziali nella gestione di negozi e marchi. Una vita scandita da obiettivi chiari e avanzamenti rapidi.
All’apparenza, un percorso lineare. Eppure, qualcosa non tornava. “Fare l’artista non è considerato un lavoro vero, non è un lavoro che ti porta una stabilità economica”, racconta.
Una convinzione diffusa, che Giorgia ha interiorizzato a lungo, continuando a coltivare la creatività come un’attività marginale. Eppure, quella parte di sé rimaneva lì, viva. Lavorando nei fine settimana nel mondo del trucco creativo, partecipando ad eventi, osservando da vicino il mondo dell’arte effimera, ha iniziato lentamente a spostare il suo centro di gravità.
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Il momento decisivo è arrivato con la pandemia. L’azienda per cui lavorava ha ridotto drasticamente la presenza in Australia e il suo ruolo è stato cancellato.
Giorgia ha scelto di iscriversi a una scuola di trucco teatrale, coronando un desiderio che aveva da tempo. Da lì è nato il primo ramo del suo nuovo percorso imprenditoriale dedicato al trucco creativo, artistico e performativo e, parallelamente, ha preso forma anche il lato dedicato alla progettazione visiva degli eventi.
Quando sei appassionata di qualcosa, non lo vedi più come un lavoro, ma lo vedi come un’espressione della tua personaGiorgia Chierici

Un altro degli allestimenti di Giorgia Chierici. Credit: Courtesy of Giorgia Chierici
Con il suo lavoro si occupa di allestimenti per eventi privati e aziendali, e per lei l’elemento trasformativo è centrale.
Non solo perché l’identità stessa del brand richiama il mutamento, ma perché ogni sua creazione nasce da un processo di adattamento, di riconfigurazione degli spazi, delle risorse, dei linguaggi.
“Il modo migliore per far sopravvivere un business di questo tipo è essere coscienti che non si può continuare ad acquistare materiale nuovo, ma bisogna riutilizzare quello che si ha in casa, reinventarlo, rinnovarlo”, dice.
Una scelta dettata non solo da motivazioni ambientali, ma anche da una precisa idea di sostenibilità economica e continuità del lavoro.
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Al centro resta l’atto del fare: manualità, cura del dettaglio, relazione con la materia.
“Un evento che per me è stato speciale è stato questo Capodanno, per il festival Lost Paradise”, racconta. “Mi sono occupata dell’allestimento dell’area yoga, e con me c’erano mia mamma e mia sorella. Avevamo un’idea di cosa creare, ma in due giorni è venuto fuori qualcosa di più grande, più elaborato, più dettagliato… l’abbiamo creato noi tre in famiglia”.