Riforma della Terza Età, cosa cambia dal primo luglio 2025

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers, la ministra della Terza Età Anika Wells ed il primo ministro Anthony Albanese in una conferenza stampa per annunciare i cambiamenti al settore della Terza Età.

Il ministro del Tesoro Jim Chalmers, la ministra della Terza Età Anika Wells e il primo ministro Anthony Albanese in una conferenza stampa per annunciare i cambiamenti al settore della Terza Età. Source: AAP / MICK TSIKAS/AAPIMAGE

Dal 1º luglio 2025 entra in vigore l'Aged Care Act, la riforma bipartisan del settore della terza età. Ma i tempi e il finanziamento di questi cambiamenti epocali sono oggetto di interrogativi e di critiche.


Sono passati quattro anni da quando la Royal Commission into Aged Care Quality and Safety ha presentato il suo rapporto, che mostrava come i governi che si sono succeduti, l'ente regolatore e i fornitori di servizi per la terza età abbiano ignorato per decenni gli abusi, le negligenze e l'assistenza al di sotto degli standard nelle case di riposo australiane.
Eravamo arrivati ad un punto di rottura ed era necessario invertire la rotta
Francesco Paolucci, professore di Health Economics e Policy dell’Università di Newcastle e Bologna
Nel rapporto finale della Royal Commission, la mancanza di fondi era stata identificata come uno dei fattori di questa situazione e si raccomandava un'imposta simile alla Medicare levy - il 2% del reddito tassabile - per garantire un finanziamento stabile e adeguato in futuro.

Nel 2023, il governo Albanese aveva nominato una task force, composta da fornitori di assistenza agli anziani, ex dipendenti pubblici, ed esperti economici per esaminare le opzioni di finanziamento.

Un anno fa, questa task force ha pubblicato il suo rapporto che, in misura forse prevedibile, ha respinto la soluzione "tassa Medicare", una misura che sarebbe risultata politicamente impopolare.

Il governo federale ha lavorato a stretto contatto con l'Opposizione per la realizzazione di questo nuovo pacchetto bipartisan di riforme per la terza età, ed entrambi gli schieramenti hanno detto no ad una nuova tassa per finanziarlo, come ha confermato a SBS il ministro ombra del Tesoro Angus Taylor.
È una riforma epocale fatta a ridosso della fine del mandato parlamentare
Marco Fedi, amministratore delegato del Coasit
A partire dal primo luglio entrerà in vigore l'Aged Care Act, che attua la riforma bipartisan sulla terza età.

Ma alcuni operatori del settore, come l'amministratore delegato del Coasit Marco Fedi, ritengono che ci sia troppo poco tempo per adeguarsi efficacemente ai requisiti stabiliti.

"Ora siamo di fatto in piena campagna elettorale", racconta l'amministratore delegato del Coasit a SBS Italian "e questa riforma avrebbe richiesto più tempo per ristrutturare quello che è stato costruito in oltre quattro anni".

"La nostra richiesta in questo momento è semplicemente quella di darci più tempo, almeno sei mesi per organizzarci ed impedire la sparizione dei piccoli e medi erogatori di servizi".

I costi della riforma

Pur avendo l'obiettivo di un risparmio di 12,6 miliardi di dollari nei prossimi 11 anni, l'implementazione dei cambiamenti imporrebbe una spesa di 930 milioni di dollari in quattro anni.

Spese ingenti che vanno finanziate: scartato il modello della Medicare levy, che cosa si potrebbe utilizzare per sostenere un settore destinato a crescere nei prossimi decenni?

Il professore di Health Economics and Policy dell’Università di Newcastle e Bologna Francesco Paolucci ritiene che lo strumento dell'assicurazione obbligatoria potrebbe permettere di affrontare le spese del sistema nei prossimi decenni.

Ma non è questa la direzione verso la quale il governo ha deciso di andare.

Al posto delle assicurazioni individuali, la task force ha raccomandato una serie complessa di pagamenti e contributi extra che dovrebbero pagare coloro che dispongono di un patrimonio.
Sarà un cambiamento culturale notevole per gli italiani
Marco Fedi, amministratore delegato del Coasit
Dal primo luglio 2025 verrà introdotto il copagamento da parte di chi usufruisce dei servizi di assistenza: i prezzi in un primo momento verranno fissati in base ai costi e alle esigenze dei provider, mentre dal luglio del '26 verranno fissati dal governo, con modalità ancora poco chiare.

I punti chiave

Verranno investiti 5,6 miliardi di dollari in un pacchetto di riforme che comprende questi importanti cambiamenti, tra cui un investimento di 4,3 miliardi di dollari per il programma di l'Assistenza domiciliare, chiamato Support at home, che entrerà in vigore il 1° luglio 2025.

Secondo quanto previsto dall'Aged Care Act, entro il 2035 circa 1,4 milioni di australiani beneficeranno di questo programma, che li aiuterà a rimanere indipendenti più a lungo, nella loro casa e nella loro comunità.

I requisiti imposti dalla riforma però potrebbero essere di difficile applicazione per i piccoli e medi erogatori dei servizi.

"Noi siamo convinti che per la fine di quest'anno, quindi sei mesi, saremo pronti, ma se il rinvio fosse di 12 mesi, sicuramente darebbe tempo a noi e anche a operatori più piccoli di potersi organizzare".
Bisogna trovare soluzioni affinché la conclusione di tutto questo non sia che sopravvivono i grandi erogatori di servizi, mentre i medi e i piccoli spariscono
Marco Fedi, amministratore delegato del Coasit
Nella riforma sono previsti cambiamenti essenziali per migliorare il finanziamento, la sostenibilità e la qualità dell'assistenza residenziale agli anziani.

Ma, sebbene anche il settore si dichiari d'accordo sulla necessità di queste misure, il rischio è quello di favorire il settore privato a scapito delle non profit, come spiega l'amministratore delegato del Coasit Marco Fedi.

La riforma prevede anche nuove leggi per proteggere gli anziani australiani che si trovano ad avere bisogno di assistenza, con poteri più forti per indagare sui comportamenti scorretti e sanzioni civili in caso di violazione degli standard.

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