L’intervento di si articola in una rete di centri e progetti che spaziano dalla protezione dell’infanzia al sostegno psicologico per donne e bambini, fino alla prevenzione della violenza di genere.
Con sedi operative a Kiev, Kharkiv, Cernihiv, Odessa, Lviv e Novhorod-Siverskyi, l’organizzazione lavora sia con la popolazione locale sia con gli sfollati interni, che ormai costituiscono una parte significativa della popolazione in movimento.
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Nei centri si cerca di ricreare una quotidianità possibile: attività ludiche, momenti di ascolto, consulenze per le famiglie. Anche i giochi vengono selezionati con attenzione.
“Evitiamo giocattoli che abbiano delle sirene o dei suoni, perché i bambini sono comunque traumatizzati da queste sirene e suoni dell’allarme missilistico”, racconta Stefano Antichi, capo missione di Terre des Hommes Italia per l’Ucraina.
Ma la violenza non è solo quella legata ai combattimenti e agli attacchi militari.
“Alcuni dei nostri partner ci riportano il fatto che i soldati tornano dopo due o tre mesi di trincea e commettono abusi domestici”, riferisce Antichi. Ma non si tratta solo di nuovi episodi: l’attivazione di centri di ascolto e campagne di sensibilizzazione ha favorito un aumento delle denunce anche per violenze avvenute in passato, spesso taciute all’interno del contesto familiare.
“Molte ragazze e molte donne hanno avuto il coraggio di denunciare quello che ripetutamente subivano”, aggiunge.
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Oltre tre anni di guerra hanno trasformato in profondità il tessuto sociale ucraino. L’impatto è visibile nei centri abitati e nei villaggi attraversati dai bombardamenti, ma anche nella vita delle persone che hanno lasciato la propria casa per trasferirsi in altre zone del Paese.
“Abbiamo avuto un attacco balistico abbastanza importante alle cinque del mattino”, racconta Antichi durante l'intervista. I centri urbani non offrono garanzie di sicurezza, e molte persone vivono sospese in una condizione di precarietà prolungata.